Il perdono

Ciao, sono di nuovo io: Giancarlo. E’ con vero piacere che ho letto le vostre risposte su quel che ho scritto, e il consenso e la stima che mi avete concesso mi hanno spinto a continuare a raccontare questa mia esperienza. Ma soprattutto, voglio dirvi cosa penso del mondo carcere e della sua popolazione.
Voglio cominciare col dire che so d’essere in questo mondo perché ho commesso qualcosa che va contro la legge, ma soprattutto contro i miei valori e il mio modo di vivere. Forse voi vi chiederete perché allora non l’ho evitato. Se lo pensate avete pienamente ragione, ma a volte bisognerebbe andare oltre e cercare di capire se si riesce o no a perdonare. Ed è proprio questo che sto cercando di fare io, e vi assicuro che non è facile, soprattutto quando il giudice più spietato è il proprio Io, che non accetta, non perdona l’errore. Qui nel mio mondo attuale, quasi tutti hanno l’arroganza di scaricare le proprie colpe sul sistema o la società, sprecando il tempo a piangersi addosso, invece di trovare il tempo di fare autocritica e accettare i propri errori con umiltà, e soprattutto impegnarsi in un percorso di cambiamento personale, in modo che quando saremo fuori di qui non ricadremo nei meccanismi che ci portano a sbagliare.
Non fraintendetemi, io non sono nessuno per giudicare, né quantomeno per dispensare consigli, perché penso che i consigli si danno con cautela e si accettano con pazienza.
Questo è solo ciò che penso.
Poi, per il resto, se il lavoro che sto facendo su me stesso sarà buono, nel momento in cui sarò al di là delle sbarre, ci sarò anche io ad incoraggiare chi sta dietro.
Ora vi saluto.

Un abbraccio, Giancarlo.

Comments 4

  1. Mi piace il tuo modo di porti e di affrontare la vita “dentro”!
    Non so invece se accogliere il tuo invito al perdono. Mi spiego. Non faccio mio il perdono cattolico, ad ogni costo e in qualsiasi situazione. Sono una donna, fatta di carne e sentimenti, e non riuscirei a perdonare qualcuno che uccida un mio amico, ragazzo, sorella, padre o madre (è un esempio estremo, lo so, ma è tanto per capirci)… potrei forse cercare di capire, ma mai giustificare o perdonare profondamente.
    Ho fatto un discorso molto duro e crudo, e ti chiedo scusa se sono stata “brusca”, ma volevo esprimere un concetto molto semplice: il perdono potrebbe diventare mio se volesse dire capire, altrimenti no perchè mi sentirei un’ipocrita. Che cosa ne pensi? Mi piacerebbe saperlo… Un abbraccio, Gio

  2. Ciao Giancarlo,
    sicuramente il lavoro che stai facendo x te stesso e’ buono, ricordati una sola cosa in questo mondo bello o brutto che sia siamo tutti peccatori…
    il perdono prima di riceverlo da altri, dovremmo essere noi a perdonarci x prima, ” mi metto anche io nel mezzo” perche’ anche io sono una peccatrice… Io ti auguro di trovare al piu’ presto il perdono, e ti auguro tutto il bene che un uomo o una donna possa ricevere e con tanto affetto ti chiedo di continuare a scrivere perche’ chi sta dietro ad un pc ha leggere i tuoi post riflette nei propri errori… ti mando un sorriso sincero a presto… scrivi e non arrenderti mai! MARIA VIRGINIA… 🙂

  3. mi commuovono sempre specialmente le tue ultime frasi…troppo belle…piene di significato e sentimento!!!!il perdono è difficile darlo e darselo…però certo si potrebbe iniziare col capire….

  4. L’errore dell’ essere

    Non altro che un terribile errore
    uno sbaglio della natura
    -cellula controcorrente-
    di un gioco senza controllo

    -e leggo- appunti mai scritti
    implosi in pagine bianche
    e sorseggio veleno
    di un fiume che scorre a ritroso

    Raccolgo lacrime asciutte
    affogate nel tramonto al mattino
    e nutro col sale
    l’errore dell’ essere

    Irene.enerI 19/06/2006

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