TAGLIARE LA CORDA

Tagliare La Corda

L’Assessorato alle risorse e allo sviluppo della cultura della Città di Torino, La Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” e C.A.S.T.

PRESENTANO

“TAGLIARE LA CORDA”
Regia di Claudio Montagna

Dal 5 al 9 febbraio 2007 alle ore 20.00
Presso la Casa Circondariale
In Via Pianezza 300, Torino

“Tagliare la corda” è il titolo dello spettacolo teatrale che viene presentato dal 5 al 9 febbraio realizzato dai detenuti con i collaboratori di C.A.S.T., diretti da Claudio Montagna.

Lo spettacolo è la metafora del delicato rapporto che lega il mondo del carcere e la città: due realtà che vivono costantemente nelle tentazione e nel dubbio se “tagliare” o meno quel fragile legame che le unisce.

“La meta è un grande tesoro. Il viaggio per raggiungerla, come sempre, è irto di pericoli. La vita è così, siamo soli, su una barca, in mezzo al mare in burrasca. Proprio soli, no. Viaggiamo in gruppo, però non ci è dato scegliere la compagnia. Il fatto è che la barca va soltanto se tutti si danno da fare, la compagnia deve andare d’accordo. Poi c’è il problema del tesoro.
Ci sono spinte ineluttabili a farsi la propria strada, e verso il proprio tesoro. Anche se si rischia molto, anche se si mettono a rischio tutti gli altri. Spinte che nascono da divisioni e ne creano di nuove. Divisioni che alzano muri di silenzio. Intanto la tempesta infuria.
A volte la tempesta è maestra di vita: fa nascere il sospetto che, prima di decidere se tagliare definitivamente l’ultimo esile legame che ancora ci tiene uniti, forse sarebbe il caso di tentare una mezza parola e abbattere il silenzio.
Dice un personaggio, verso la fine dello spettacolo: “La voglia di parlarci è già salvezza. I messaggi verranno dopo e ci sorprenderanno.”[da un intervento di Claudio Montagna]

I contenuti sono il risultato degli incontri, attivati dalla Direzione e dall’Area trattamentale del carcere, con quella parte di cittadinanza che, da qualche anno, entra in carcere a parlare con i “ristretti” sui temi di interesse comune, nelle serate teatrali organizzate da C.A.S.T. e Claudio Montagna.

Gli incontri hanno fatto emergere come sia importante far conoscere da vicino la realtà carceraria; hanno fatto capire che il carcere è a tutti gli effetti una componente del sistema-città; hanno ricordato che se il carcere funzionasse come occasione di formazione e recupero la società ne avrebbe un grande vantaggio, individuando forme di rapporto con il mondo esterno a cominciare da quello produttivo, che aiutino a rendere efficace il lavoro trattamentale che è in corso in questa sezione del carcere.

Tagliare la Corda sarà l’occasione per lanciare l’iniziativa delle “Pagine Gialle” fortemente voluta dall’Assessore Fiorenzo Alfieri: “Verrà realizzato un censimento delle concrete disponibilità che sia capace di individuare, ad esempio, chi vuole e può contribuire a sviluppare il lavoro all’interno del carcere, agevolare certe cure mediche, fornire materiali per migliorare le condizioni di vita, trasmettere conoscenze teoriche e pratiche, incontrarsi con i detenuti per dialogare e discutere, aiutare a risolvere problemi conseguenti all’uscita del carcere. Lo scopo è quello di costituire una sorta di “pagine gialle” di disponibilità da consegnare nelle mani degli operatori che normalmente si trovano ad affrontare problemi quasi insolubili.” [da un intervento di Fiorenzo Alfieri]

Lo spettacolo è promosso, come negli anni passati, dall’Assessorato alla cultura della città di Torino e hanno aderito all’iniziativa le associazioni di Categoria della Città di Torino, (Ascom, API, Confartigianato, Artigianato Piemonte CASA, e CNA) Unione Industriale, Confesercenti e la Camera di Commercio.

Comments 5

  1. è una meritevole iniziativa, mi stupisco a scoprire che di mezzo c’è la politica, come dovrebbe esserci eccome…..a promuovere a favorire
    è vero la società ne trae beneficio se si creano condizioni formative, laddove c’è risorsa umana che ha sbaglaito ma che aspira a migliorare, “tagliare la corda” mi piace, non è un luogo comune, è una spinta, siamo tutti in alto mare e ciascuno di noi cerca un tesoro, spesso lo cerchoiamo in posti sbagliati e non vorremmo guardare dove invece dovremmo: dentro se stessi…., grazie Montagna, C.A.S.T. buon viaggio

  2. Per esprimere l’importanza dell’esperienza vissuta con i ragazzi del gruppo prometeo dovrei partire da quello che a livello umano mi hanno lasciato. Mi sembra di essere tornata veramente da un viaggio, che mi ha lasciato un “tesoro vero”, una pagliuzza d’oro, trovata in mezzo alle macerie. Immaginereste voi di trovare in un gruppo di carcerati nobili sentimenti come la sensibilità, la commozione, l’umanità? Che meravigliosa scoperta!Mi sono fatta offrire il caffè da un ergastolano, ho recitato con un rapinatore, ho baciato e stretto le mani ai peggior delinquenti, alcuni di loro sieropositivi, ma chi ci pensava? Mi sono commossa alle loro parole, ai loro sguardi, all’affetto che ci hanno dimostrato. Così in pochi giorni i cuori si sono aperti. Man mano che si andava avanti con le repliche i loro visi hanno trovato un’espressione più serena,, i loro occhi sono diventati più luminosi. In particolare penso agli occhi di Elio (il mio principe), ma anche di Evandro, di Giancarlo, Rodolfo, Sergio, Daniele, Alì , Salvatore, Ottavio… Hanno ritrovato il sorriso ed erano tutti più belli, rispetto al primo giorno che ci siamo conosciuti. E poi penso ai sorveglianti che al contrario di quanto si possa immaginare hanno un buon rapporto con i detenuti. L’ho ritrovato anch’io il sorriso, un nuovo sorriso, perché ho vissuto un esperienza veramente speciale.
    Un forte abbraccio alla parte pura e umana che ho visto dentro di voi.
    ps. a Elio nam-myoho-renge-kyo!!grazie mi porterà fortuna…
    sara

  3. Ciao a tutti quelli di Prometeo, come sta andando il post TAGLIARE LA CORDA? Per me, che soffro sempre di incompatibilità con il quotidiano vivere nei criteri di realtà concreta, è difficile tornare alla vita abituale dopo aver vissuto con voi questa esperienza sopra i tetti. Vi penso spesso e ogni sera sento il desiderio di rientrare a Vallette e di iniziare una nuova replica; mi han detto che per voi sarebbe stato molto difficile tornare al tran tran quotidiano e vi esorto a non adagiarvi per poter arrivare in forma alla prossima occasione. Credo che il progetto abbia ottenuto un gran successo sia di pubblico esterno sia di tutti gli addetti ai lavori e spero che questo voglia dire che si potrà continuare. Non importa se io ci sarò, cosa che vorrei davvero, ma è importante continuare a lavorare affinché il carcere non si riduca ad essere un luogo di punizione e miseria, ma di riflessione e confronto, di conoscenza. Bisogna dare grande merito a Claudio Montagna che, da grande conoscitore dei misteri del teatro, combatte le sue battaglie civili ed umanitarie con grande attenzione ed intelligenza dimostrando infine il successo delle sue operazioni. Ed anche ringraziare Cannì che vi ha a cuore come foste suoi figli diretti.
    Iniziate a capire cos’è il teatro? Esso non è solo il palcoscenico dove persone truccate recitano il personaggio, questo è davvero la parte meno rilevante. Il teatro è quello che sta sopra, quel meccanismo di condivisione sociale, fra attori e attori, e attori e pubblico, di comunione e di alleanza contro il mal di vivere che l’uomo, qualsiasi uomo, vive.
    Ed allora è normale sentire nostalgia, deprivazione, svuotamento dopo aver partecipato ad un opera di esaltazione collettiva. Il teatro ha regole diverse dal quotidiano: la prima è che tutti sono indispensabili e necessari.
    I trucchi, i costumi, la scenografia, la storia, i personaggi sono solo la forma artistica, l’involucro che contiene e trasporta il meccanismo teatrale.
    Artaud, grande teorico teatrale di inizio novecento (nel suo libro IL TEATRO E IL SUO DOPPIO), parla di teatro come ATTO UTILE e NECESSARIO dove si attinge il gusto di vivere e la forza di resistere agli assalti della fatalità.

    Sono stata molto bene con voi, mi sono sentita meno fantasma di quanto in generale io mi senta.
    Ho avuto la possibilità di partecipare ad un momento di sincera umanità.
    Grazie della condivisione
    Erika

    ps: Evandro, Daniele: spero che vi siano piaciuti i cd.

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