Ciao, sono sempre io. Ma chi? Ma Giancarlo! Come state? Spero benissimo, io malgrado qualche problema bene.
Sono le cinque del mattino e mi sono appena svegliato – dopo aver dormito pochissimo, poi vi spiego il perché – e stavo rileggendo quanto ho scritto in queste ultime settimane. Ho scritto così tanti pezzi che non so quale mandare in rete (se i volontari faranno il loro dovere). A differenza delle altre volte, questa volta darò un titolo a quello che scriverò ora, tutto nuovo e di getto.
Lo sto dedicando a voi, ma soprattutto a me e ai miei compagni.
Cominciamo.
L’isola che non c’è (esiste)
Voi sapete dov’è situata geograficamente e in quale posto del mondo si è scoperta la sua esistenza. Per chi non l’ha capito ve lo dico io, è alle Vallette, il carcere di Torino, è la sesta sezione del blocco A, la Prometeo. Magari vi chiedete che cos’ha di speciale questo posto. Presto detto. Abbiamo fatto di un’utopia la realtà.
Pensiamo che un carcere, soprattutto quando è così grande, è un micromondo chiuso da delle sbarre, con i difetti (tanti) e i pregi (pochissimi) di quello che sta aldilà di queste. Qui c’è razzismo, c’è intolleranza religiosa, c’è il non rispetto delle persone che hanno usi e culture diverse; cioè, qui come fuori regna l’ignoranza e il pregiudizio. Ecco, noi allora alla Prometeo abbiamo abbattuto tutte queste barriere sia generazionali che culturali e religiose. Più semplicemente, abbiamo tolto dal vocabolario la parola “diverso”.
Da noi convivono ventidue persone che hanno dai ventisei ai sessantadue anni, con tre culture diverse, europea, nord africana e sudamericana, con ben quattro religioni diverse, cattolica, evangelista, musulmana e buddista, e nessuno prevarica l’altro.
Pensate, non sarebbe bello un mondo così, senza razzismo o guerre per o contro religioni diverse?
Io penso di sì. Ed ecco fatto! L’utopia è la realtà, l’isola che non c’è esiste, è la Prometeo.
Ora scusate ma devo continuare, perché ho altro da scrivere.
All’inizio ho scritto che è mattino presto e ho dormito poco. Il perché: ieri sera abbiamo portato a termine un obiettivo che c’eravamo dati sei mesi fa, abbiamo dato la settima e ultima replica di uno spettacolo teatrale pensato da noi con il regista Claudio Montagna, scritto da lui ma interpretato da noi undici assieme a venticinque attori professionisti. Vi posso assicurare che è stata una cosa stupenda, così almeno con le circa millecinquecento persone che sono entrate in carcere per vederci.
Quindi fatemi dire: grazie ragazzi.
Siamo grandi.
Giancarlo
Comments 13
non ho parole.. hai scritto delle cose bellissime!!
infatti si..confermo..siete stati stupendi..!! bravissimi..!!! nessuno ve lo farebbe fare.. nn è nell avostra indole.. molti di voi probabilmente n l’hanno mai neanche visto il teato.. eppure.. fatemelo dire..siete stati eccezionali.. in voi c’è molto piu entusiasmo che in molta gente qui fuori! v vogliamo bene…e crediamo in voi!
e grande chi del cammino accidentato
ne fa un’esperienza di vita per trarne il meglio
l’isola che non c’e e nei nostri cuori in nessun’altro posto potrebbe esistere visto che non c’e e tu nel tuo cammino hai trovato la strada che ti ha portato dritto in quell’isola dove di solito ragiona il cuore
ecco giancarlo ora potresti ritenerti un grande e un ‘uomo forunato hai raggiunto quello che anche chi riga dritto spesso non trova
ora hai un solo che da indicare la strada cosi come l’hai trovata tu
tu dici come fare ed’e facile intuire proprio trasmettendo quello che tu senti quello che ti ha portato alla strada che ti ha condotto alla promoteo e come dici tu all’isola che non c’e e io dico all’esistenza della vita
il capire che siamo unici ma inseriti in un contesto di persone uniche proprio come noi
che la tua isola resti nel tuo cuore per sempre cosi da poter fare da bussola a chi come te come me come tanti l’hanno persa
bellissimo. semplicemente stupendo. quando leggo pezzi che testimoniano energia determinazione e carica interiore, mi fa davvero piacere.
ciao a tutti patrizia
Ciao Giancarlo!!
é vero quello che dici, che la vostra sezione prometeo è un esempio di tolleranza, sono rimasta così stupita di vedere un carcere così “bello”, immagino che nel resto delle vallette ci siano situazioni più difficili. Un abbraccio a tutti voi!
sara!
Giancarlo..E’ cosi..Anch’io ho avuto questa sensazione di armonia pur nella disarmonia, di libertà pur in un carcere..Un ospitalità calorosa, uno scambio reciproco di emozioni, spettacolo, sensazioni e parole..
E’ sempre piacevole passare del tempo con voi..
Colgo l’occasione in questo messaggio per salutare Salvatore, spero che stia meglio..
Un saluto caloroso a tutti e grazie..
Ciao a tutti quelli di Prometeo, come sta andando il post TAGLIARE LA CORDA? Per me, che soffro sempre di incompatibilità con il quotidiano vivere nei criteri di realtà concreta, è difficile tornare alla vita abituale dopo aver vissuto con voi questa esperienza sopra i tetti. Vi penso spesso e ogni sera sento il desiderio di rientrare a Vallette e di iniziare una nuova replica; mi han detto che per voi sarebbe stato molto difficile tornare al tran tran quotidiano e vi esorto a non adagiarvi per poter arrivare in forma alla prossima occasione. Credo che il progetto abbia ottenuto un gran successo sia di pubblico esterno sia di tutti gli addetti ai lavori e spero che questo voglia dire che si potrà continuare. Non importa se io ci sarò, cosa che vorrei davvero, ma è importante continuare a lavorare affinché il carcere non si riduca ad essere un luogo di punizione e miseria, ma di riflessione e confronto, di conoscenza. Bisogna dare grande merito a Claudio Montagna che, da grande conoscitore dei misteri del teatro, combatte le sue battaglie civili ed umanitarie con grande attenzione ed intelligenza dimostrando infine il successo delle sue operazioni. Ed anche ringraziare Cannì che vi ha a cuore come foste suoi figli diretti.
Iniziate a capire cos’è il teatro? Esso non è solo il palcoscenico dove persone truccate recitano il personaggio, questo è davvero la parte meno rilevante. Il teatro è quello che sta sopra, quel meccanismo di condivisione sociale, fra attori e attori, e attori e pubblico, di comunione e di alleanza contro il mal di vivere che l’uomo, qualsiasi uomo, vive.
Ed allora è normale sentire nostalgia, deprivazione, svuotamento dopo aver partecipato ad un opera di esaltazione collettiva. Il teatro ha regole diverse dal quotidiano: la prima è che tutti sono indispensabili e necessari.
I trucchi, i costumi, la scenografia, la storia, i personaggi sono solo la forma artistica, l’involucro che contiene e trasporta il meccanismo teatrale.
Artaud, grande teorico teatrale di inizio novecento (nel suo libro IL TEATRO E IL SUO DOPPIO), parla di teatro come ATTO UTILE e NECESSARIO dove si attinge il gusto di vivere e la forza di resistere agli assalti della fatalità.
Sono stata molto bene con voi, mi sono sentita meno fantasma di quanto in generale io mi senta.
Ho avuto la possibilità di partecipare ad un momento di sincera umanità.
Grazie della condivisione
Erika
non ho visto lo spettacolo, ma son sicura che è stato bellissimo
il contenuto del primo pezzo è semplicemente straordinario.. nemmeno nel mio ambiente di lavoro ..50persone,, non c’è questa capacità di accettare l’altro..
paradossalmente vorrei esser lì con voi per respirare ciò che ho respirato attraverso le tue parole,
grazie giancarlo
pina
Caro Giancarlo, è un piacere leggere i tuoi pezzi sul blog, perché riesci ad esprimere efficacemente i pensieri di molti. Mi piace pensare alla VI sezione come l’ISOLA CHE C’E’ e so che, se continuerete per questa strada, riuscirete a cambiare molte cose all’interno e all’esterno del carcere e, soprattutto, in voi e in chi vi conosce…ma attenzione! L’impegno deve essere costante, mai dare niente per scontato, è troppo facile perdere il terreno conquistato.
Per quanto riguarda l’esperienza teatrale che abbiamo condiviso, credo che molti di noi siano riusciti a raggiungere quel luogo meraviglioso in cui le anime s’incontrano, si riconoscono e dialogano insieme. Cosa rara e preziosa, da custodire gelosamente nei propri cuori, per attingervi ogni volta che lo sconforto ci assale. Un forte abbraccio a tutti, un abbraccio speciale al “mio” capitano. Cristina.
io ho visto lo spettacolo…e posso dire che mi è piaciuto davvero molto…bravi tutti!e poi ho visto un ragazzo…suonava uno strumento….davvero carino!complimenti!ciao
Ciao Giancarlo,
nel tuo post citavi una canzone, “L’isola che non c’è”.
Leggendo il messaggio a me è venuta in mente anche un’altra canzone che dedico a te, a quelli della Prometeo e a tutta la gente delle Vallette.
Imagine
(John Lennon)
Imagine there’s no heaven, it’s easy if you try
No hell below us, above us only sky
Imagine all the people living for today, ah-ah
Imagine there’s no countries, it isn’t hard to do
Nothing to kill or die for, and no religion, too
Imagine all the people living life in peace, you-oo
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one
Imagine no possessions, I wonder if you can
No need for greed or hunger, a brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world, you-oo
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one
Immagina
Immagina che non ci sia il paradiso, è facile se ci provi
Ne l’inferno sotto di noi, sopra di noi solo il cielo
Immagina tutta la gente che vive giorno per giorno
Immagina che non ci siano nazioni, non è difficile
Nulla per cui uccidere o morire ed anche nessuna religione
Immagina tutta la gente che vive in pace
Potresti dire che sono un sognatore
Ma non sono l’unico
Spero che un giorno ti unirai a noi
E il mondo vivrà come se fosse uno solo
Immagina che non ci siano proprietà, mi chiedo se ci riuscirai
Nessun bisogno di avidità o brama, una fratellanza dell’uomo
Immagina tutte quante le persone
Che condividono il mondo intero
Potresti dire che sono un sognatore
Ma non sono l’unico
Spero che un giorno ti unirai a noi
E il mondo vivrà come se fosse uno solo
Ogni volta che girukkio per questo sito devo a malincuore continuare a vedere e leggere che c’è ancora ipocrisia nel dire che alla prometeo nn esiste la parola diverso cazzate….cazzate e cazzate…….
oserei dire ke è un circolo kiuso e al suo interno altri circoli più kiusi sicuramente per ki il carcere fortunatamente nn lo a toccato difficilmente comprenderaà ciò ke voglio dire ma vi assicuro ke così nn è.
Comunque rimango da questa parte a guardarvi e leggervi.Peccato ke nessuno racconti la vera vita del carcere…..
Evviva i progetti tutto rosa è fiori…….
Per voi è tutto bello vero?
……………………….ah!ah!ah!ah il tempo dirà la sua
DITE AD ANTONINO (TONY) CHE è IN REPARTINO DI PREGARE MOLTO………UN BACIO TERESA, SILVIA, NOEMI E DYUKE
FORZA PROMETEO!!!!!!