Capitano di me stesso

Sono sempre io, Giancarlo.
Per Fabrizio.
Nello spettacolo non ero il Capitano e sinceramente non sarei riuscito a fare bene quella parte, io ero solo l’Innamorato, parte che mi si addice di più perché io sto amando tutto ciò che sto facendo qui: dal teatro al lavare le pentole o ritinteggiare la cella di un compagno.
Ci è stato chiesto di scrivere le nostre impressioni sul teatro e spero che tutti scrivano qualcosa, sarà bello leggere e commentare cosa ci ha lasciato questa esperienza. A me personalmente la cosa che è piaciuta di più è stata la voglia che abbiamo messo tutti per riuscire a realizzare ciò che abbiamo fatto. Per chi non ha visto lo spettacolo dirò che abbiamo fatto una cosa che per qualcuno è impensabile, cioè lavorare tutti insieme (undici detenuti e, penso, venticinque tra attori, musicisti, tecnici, regista). Questo abbiamo fatto. E vi assicuro che non è stato facile ma è sicuramente una delle esperienze più belle a livello umano.
In questo momento sto ridendo al pensiero della prima volta che ci siamo visti: la tensione si tagliava, tutti avevano le barriere ben alzate e non solo chi entrava per la prima volta in carcere, forse le barriere le abbiamo alzate di più noi. Pensare ed accettare che professionisti entravano e lavoravano con noi. Credo che molti di noi avranno pensato: “ma questi che diavolo vogliono e chi li ha portati qua; io voglio farmi la mia galera in pace”. Poi pian piano ho visto cadere tutte le barriere, una dopo l’altra e quando è finito tutto forse ci ha salvati solo la barca o la zattera. Perché le lacrime sono cadute a fiumi (forse dire a mari è più indicato). Questo mi ha lasciato questa esperienza, che forse il mondo ha ancora una speranza, se riusciamo ad avere meno pregiudizi e ogni tanto crediamo che un’utopia diventi realtà.
Capite ora perché mi era più indicata la mia parte? Io posso essere solo il capitano di me stesso, vi assicuro che è difficile; sicuramente amare qualcuno per me è la cosa più semplice, e a volte più comoda, perché è facile amare, molto più difficile è amarsi, ma d’ora in poi sarà un po’ più semplice farlo.
Ora vi saluto tutti, grazie per ciò che scrivete e di conseguenza di come mi fate sentire leggendovi, vi voglio bene: per me è facile, è una battuta, ma è vero.

Giancarlo

p.s. – per Giò – tu riesci sempre a sorprendermi, questo è un buon spunto per continuare a scriverci. Senza polemica, OK.

Comments 7

  1. Risposte di Giancarlo ai commenti – 1, a Erika

    Ora rispondo a chi mi ha scritto sul teatro. Sia a quelli che hanno lavorato con me a realizzarlo, sia a quelli che l’hanno visto o ne hanno sentito parlare. Ma scrivo a tutti quelli che vogliono leggermi.
    Comincio da te, Erika. La prima cosa che mi chiedi è come va il post “Tagliamo la corda”. Parlo per me. Andava bene prima, va bene ora, tu dici che per qualcuno di noi sarà difficile. Può darsi. Vuole dire che questi non hanno investito niente se non nel teatro. Io personalmente sto investendo in tutti gli strumenti che mi vengono dati, poi il teatro per me è stata un’esperienza bellissima (e unica), ma fine a se stessa, e uno non può lasciarsi vivere finché non accadrà di nuovo.
    Chi ha vissuto in questi mesi in funzione del teatro oggi non ci sta più dentro, ma non è il caso mio. Io quello che sto cercando di fare, indipendentemente dallo spettacolo, bellissimo per me come esperienza, ma sarà unica, la cosa che voglio di più è tornare ad essere protagonista della mia vita. Così facendo ricorderò volentieri quando ho cominciato a farlo, quando ‘non volevo tagliare la corda’.
    Bacini, Giancarlo

  2. Risposte di Giancarlo ai commenti – 2, a Cristina

    Invece a Cristina voglio dire: io l’impegno lo metto in qualsiasi cosa che faccio. Immagina ora che sto facendo qualcosa per cambiare la mia vita. (Comunque ti ringrazio.) Io qui ho trovato qualcosa che va oltre, è la voglia di vivere, e ora che l’ho ritrovata niente e nessuno potrà precludermi ciò che voglio, e se anche le sbarre limitano la mia libertà fisica, una volta libero avrò acquistato un bagaglio tale che l’uscire sarà la giusta fine di questa mia avventura che sì può sembrare negativa, ma a me ha cambiato la vita, e ogni giorno che passa acquisisco elementi per migliorare e rafforzare i miei limiti. Posso sembrare presuntuoso, ma sono certo che non farò più l’errore di ricominciare a (usare). E di conseguenza a tornare qui.
    Ciao e tranquilla. Almeno da parte mia.
    Giancarlo

  3. Risposte di Giancarlo ai commenti – 3, a Virginia

    Ora non posso dimenticare una persona per me speciale, sempre non mi ha fatto mai mancare il suo incoraggiamento, a volte solo con un saluto. Quindi grazie. Quando scrivi quello che hai scritto l’ultima volta è un onore leggerti.
    Sei grande Virginia, sei sempre nei miei pensieri. Grazie d’esistere.
    Giancarlo

  4. Risposte di Giancarlo ai commenti – 4, a Emanuela

    Ora devo spendere due parole per Emanuela. Sai, a volte non è importante cosa si scrive, ma perché e per chi lo si fa. Comunque sia merita sempre attenzione perché, in un mondo dove relazionarsi è diventato un’eccezione e non la regola, ben vengano le persone che dicono: “non so cosa dire”, o: “non lo faccio perché sarei banale”. Secondo me già che l’hai già fatto meriti tutta l’attenzione possibile e da parte mia l’avrai.
    Poi comunque continua a scrivere perché ci sono persone come me che aspettano una settimana per leggerti.
    Grazie, un abbraccio.
    Giancarlo

  5. Risposte di Giancarlo ai commenti – 5, a Gio

    Ora tocca a Gio. Ho ricevuto la tua risposta con piacere, e se poi ho sempre risposto ai tuoi scritti è perché ho visto l’intelligenza e l’acume di chi sa leggere tra le righe. La mia risposta al tuo “ti passo la palla” non era un modo per dirti che non rispondo più a ciò che scrivi, ma come dici tu se passa troppo tempo tra ciò che uno scrive e la risposta di chi legge di conseguenza tutto diventa sterile e di conseguenza poco efficace. (Specialmente se si fa un po’ di polemica.) Poi penso che per entrambi è poco costruttivo, poi per quanto riguarda la tua timidezza o la tua giovane età, sono elementi marginali per continuare a scriverti e risponderci, anzi ci aiuta ad avere punti di vista diversi, fa sì d’avere un quadro più completo dei quesiti che ci poniamo. E poi da tutti c’è da imparare e io di sicuro qualcosa da te ho imparato.
    Poi dimmi cosa intendi per timidezza, a me non sembra che tu sia timida, ma se così fosse mascheri molto bene il tuo problema.
    Ma ti prego continua a scrivere, perché ti leggo molto volentieri e se non lo faresti più, so che mi mancheresti.
    Un affettuoso abbraccio. Giancarlo

  6. Leggerti, Giancarlo, è davvero un piacere, anzi, più che un piacere un’emozione…e il fatto che tra mille impegni quotidiani – e dunque leggendoti talvolta superficialmente e di fretta – abbia scelto te come primo destinatario delle mia piccole considerazioni, non è certo un caso.
    Anzi, mi scuso se spesso le frasi non hanno un senso compiuto, ma credo che l’importante sia il messaggio che voglio far passare: ci sono anch’io.
    Come ogni rapporto nuovo che nasce ha bisogno di tempo, pazienza e cura, ma soprattutto cerchiamo di non perdere mai di vista che siamo persone (indipendentemente dalle nostri condizioni effettive) e facciamo tutto il possibile per far sì che questo non venga mai meno: questo è uno dei valori che mi fa aprire alla vita ogni giorno che mi sveglio…e per questo credimi che combatto ogni giorno, perchè nel mio piccolo e attorno a me ci siano persone. Tu sei fra queste.

    Emanuela

  7. Porc!!! avevo appena finito di scriverti e mi si è cancellato tutto. Questi aggeggi elettronici terribili!!!!

    Ci riprovo:
    Grande Giancarlo!! Mi fa immenso piacere sentirti affermare una posizione PRO VITA. Poi io sono infognata di teatro e ne parlerei all’infinito.
    Se devo scegliere tra i due preferisco il teatro. Il tuo punto di vista mi aiuta a ritornare nel reale. Stavo bene prima, sto bene adesso: beh qui vorrei aggiungere due parole. Capisco il senso di questa tua frase, ma il teatro è in grado di cambiare la vita, più di un corso di informatica. Ecco la mia domanda: come state? ovvero cosa è successo? cosa ci è successo? E’ cambiato qualcosa? Per me si.
    Ma sono daccordo con te, basta parlare di teatro, andiamo avanti.
    Ancora un grande grazie per la risposta personale che mi hai dato, mi ha fatto molto piacere perché è da un pò che scrivo e senza risposte non riuscivo a capire se dico cazzate o… Mi piace scambiare punti di vista.
    Dal prossimo scritto prometto di trovare altri argomenti.
    Un bacio Erika

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *