L’isola la porto con me

Sono Giorgio, partecipo al programma Prometeo.
Premetto che io l’ho visto quasi nascere nel ’97, e a dire il vero non era un’isola felice come qualcuno la definisce. Dal ’99 non c’ero più venuto alla Prometeo, in quanto la trovavo una sezione uguale alle altre, se non per il fatto che si rimaneva a parte e che c’erano subito i medici per qualunque emergenza.
Nel 2006, rientrando, mi è stato proposto di tornare alla sezione Prometeo. Ho chiesto una settimana per decidere, poi parlando con il dott. Leo e Arianna mi sono convinto che c’era stato un cambiamento.
In effetti il cambiamento c’è stato. Siamo uno per stanza. L’unica cosa che hanno tolto sono i computer. Grazie all’incompetenza degli elettricisti il dott. Buffa si è fatto convincere e li ha tolti. Spero che ritorni sui suoi passi.
Quando sono arrivato eravamo otto malati e quattro socializzanti. Uno lo conoscevo da svariati anni, Elio, una persona che in tutti i modi ti sta vicino e, a parte il Nonno, colui che più si impegna per dare conforto alla sezione con la sua disponibilità.
Dopo qualche giorno che ero in sezione, sento parlare di una riunione per fare teatro. Come tutti ho partecipato a questa chiacchierata per realizzare uno spettacolo. Ma quando Montagna, Franco ed Elisabetta hanno visto che eravamo solo una decina, venne loro il dubbio di come realizzare uno spettacolo in breve tempo e con pochissimi reclusi.
Pian piano, parlando, mentre le persone aumentavano ma non bastavano mai, è venuta l’idea a Montagna e pure al Nonno Sergio di mettere insieme i suoi attori e noi, di amalgamare il tutto in modo che il pubblico non distinguesse chi fossero i detenuti.
Io mi volevo astenere, anche perché dopo che hai superato il mezzo secolo non ti senti in grado di affrontare una cosa che tu nel tuo io non avevi mai programmato. Ma grazie all’aiuto di Franco ed Elisabetta ho partecipato a questo spettacolo.
Le prove sono state solo due con gli esterni. Con grande franchezza devo dirvi che non mi aspettavo delle persone così cordiali, così dotate di disponibilità e amicizia. Per loro era la prima volta che entravano a pieno contatto con noi ed è nato subito un feeling di amicizia. Ragazze e ragazzi di una squisitezza inaudita.
Ora il sipario è sceso e si è tornati alla monotonia di sempre. L’ozio è il padre dei vizi. Ma voglio che sappiate che per me quei giorni mi hanno portato tanta di quella gioia che non avevo ormai da svariati anni.
Voglio ringraziare tutti quelli che hanno partecipato. Cristina, Elisabetta, Erica, Giorgia, Marta, Sara, Manuela, Silvia, Angela, Jessica, Franco, Davide, Enrico, Francesco, Giada, Davide C. e Montagna.
In più voglio farvi sapere che per me l’isola felice siete stati tutti voi. Sei giorni bellissimi e non ho parole.
Ora forse verrà una fitta nebbia e i raggi di sole non riusciranno a disperderla, ma la mia isola la porto con me, nel mio cuore.
Un caloroso grazie anche ai musicisti.
Con stima e amicizia. Giorgio

Comments 7

  1. Spero che i giorni di nebbia che ti aspetti che arrivino non siano poi così terribili e che l’esperienza fatta e di cui scrivi con tanto entusiasmo vi abbia dato qualche strumento in più per vedere attraverso quella nebbia. Un augurio: che in futuro vi siano altri splendidi raggi di sole che dissipino quella nebbia e rendano meno pericoloso (e forse più costruttivo) quell’ozio padre dei vizi. Un abbraccio

  2. se veramente l’isola te la porti con te ,non ti annoieraimai.con la nostra mente possiamo immaginare tante cose belle interessanti epoi possiamo comunicarle eascoltare cosa ci dicono gli altri.é un mondo fantastico quello che ti si apre davanti : è il mondodella relazionecon gli altri chiunque essi siano.
    ciao Elisabetta

  3. Ciao Giorgio. Grazie per aver condiviso con tutti un po’ della tua storia e della storia della sezione; ci aiuta a capire meglio.
    Per quanto riguarda l’isola felice che ti porterai nel cuore, credo che la vita sia fatta di tante isole, più o meno felici, sulle quali e con le quali costruiamo i nostri passi futuri. L’esperienza condivisa insieme è stata forte, importante e coinvolgente per tutti, credimi; il tempo, poi, ci aiuterà a contestualizzarla meglio, liberandola da quelli che sono gli aspetti emozionali più immediati, per coglierne i significati educativi e relazionali più profondi che serviranno alle personali esperienze di ognuno di coloro che vi ha preso parte, sia come attore, sia come spettatore.
    Anche per noi esterni, il “dopo sipario” è stato faticoso, siamo ritornati al solito tran tran, alle mille, piccole occupazioni quotidiane, ma certo con una marcia in più, una nuova ricchezza nel cuore.
    Un grande saluto a tutti. Cristina.

  4. Grazie Giorgio,
    entrare nella nebbia ti costringe ad affinare il senso di orientamento, quando poi si disperde ti muovi ancora meglio di prima.
    Un grosso saluto.
    Erika

  5. ho letto stamattina un’articolo su repubblica.web sul viostro post.
    avevo già visto qualcosa alcune settimane fa quando preparavo la mia tesi di laurea “il teatro come luogo formativo”, e adesso che sono a due giorni dall’evento vedi un pò che piacevole coincidenza, leggere delle esperienze che avete fatto.
    non ho molta esperienza in merito ma oltre alle ricerche fatte per la tesi ho avuto modo di assistere ad uno spettacolo al carecre malaspina di palermo realizzato dai ragazzini, che sono stati dei veri e prorpi attori.
    e sono rimasta sbalordita dalla loro bravura e mi sono ancor più convinta che se da una parte il carcere serve per “punire o rieducare”, dall’altra ci possono essere alcune alternative come il teatro che ti aiutano a vivere meglio questo periodo della vita e perchè no a vederlo anche come alternativa di vita.
    scusa se mi sono così tanto dilungata e soprattutto per un post così vecchio ma l’argomento mi appassiona molto e vorrei poter fare qualche esperienza concreta.
    posso solo immaginare quanto le emozioni provate siano state forti e importati, speriamo che torni presto qualche altro raggio di sole a scacciare la nebbia.
    un saluto sincero

  6. Ciao Giorgio, sono una delle ragazze del teatro svoltosi dal 25/11/2014 al 28/11/2014, mi ha fatto piacere condividere questa esperienza con voi, siete delle persone stupende.

    E’ stato brutto lasciarci cosi’.

    Ringrazio tutti per tutto, per la vostra sincerita’, disponibilita’ e anche per le rose.

    Ma ringrazio soprattutto te per la magnifica lettera che ci hai dedicato.

    Spero di ricevere una risposta.

    Ciao.

    Alexandra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *