Sono stanco

Ciao carissimi amici.
Da quando ho cominciato a scrivere sul blog l’ho fatto tutte le settimane, e in qualsiasi stato d’animo fossi, e se avessi o no qualcosa da dire. Ma questa settimana non ho scritto nemmeno una parola.
Non so perché mi stia succedendo questo. Me lo sono chiesto molte volte, in questi giorni, senza trovare una risposta logica. Poi ora mentre scrivevo ho pensato: non hai voglia? Ma nemmeno questo è vero.
Sapete, forse c’è un motivo a tutto ciò, anche se non sono sicuro di avere il diritto di dirlo. Sono stanco. Sì, stanco.
Stanco di stare in carcere.
Stanco di dover convivere con persone con cui non ho scelto di farlo.
Stanco di continuare a dover essere una mosca bianca.
Sono amareggiato, questo posto, che ritenevo speciale, è diventato come qualsiasi altro posto qui in carcere. Forse la cosa che più mi fa male è essermi reso conto di essere solo, o comunque, di sentirmi d’esserlo, e questo è dovuto al fatto che le persone con cui avevo instaurato un vero rapporto relazionale, e non basato sul solo buongiorno o buonasera, sono andate via.
Fatto sta che mi sono trovato immerso nella dura realtà del carcere, e qui è difficile avere punti di riferimento, se non il tuo fine pena. Io forse questo l’ho perso di vista, e forse ho pensato che la Prometeo potesse essere un posto che sfuggiva a questa realtà.
Comunque per me lo è stato, e questo è già molto.
Poi, se va bene, il tempo che mi rimane da stare qui è poco. Allora, sicuramente, tutto ciò di positivo che mi ha dato questo posto rimarrà in maniera indelebile dentro di me. E allora ne sarà valsa la pena.

Con affetto. Giancarlo

Comments 9

  1. Ne vale sempre la pena.

    Altrimenti è una pena.

    Vivere è una pena, ma viverla senza esperienze è ancora più penoso.

    Lascia che le tue esperienze, penose e non, servano a vivere sempre più e a fare in modo che ne sia valsa la pena.. di vivere!

  2. Ti comprendo nel profondo.

    Non so se le mie parole possono sostenerti ma di certo le tue hanno aiutato me a vergognarmi di come spesso crollo in me stessa.

    Potrei sottoscrivere ogni tua parola come l’avessi scritta io.

    La via del Karma ci riporta su questa terra che considero un carcere dove veniamo a scontare gli errori delle vite precedenti e dove possiamo sorridere nel cuore solo accettando ciò che dobbiamo vivere per avvicinarci sempre più a quella Verità che si nasconde dietro ogni incontro o accadimento, quella Verità che urla in noi e non ascoltiamo.

    Niente è quello che sembra.

    Ogni cosa è come il riflesso di una realtà superiore che qui si nasconde dietro mille profonde sofferenze.

    Quano uscirai di una cosa potrai godere: della natura, del sole sulla pelle, di un fiore, del profumo di un albero scampato alla desertificazione.

    Per vivere serenamente sto imparando a rispettare me stessa e tutto ciò con cui entro in contatto, incluso i miei nemici.

    E’ Amore, come diceva Gesù, l’unico comandamento.

    Sulla mia pelle ho imparato quanto è difficile amarci.
    Si amare noi stessi e non dipendere dagli altri per sentirci amati.

    Donare amore senza nulla chiedere in cambio, a tutto, a tutti,
    entrare in quell’Energia che è così potente da poterci aiutare
    ad accetare ogni difficoltà e che si chiama: Amore Universale.

    Ogni giorno, ogni istante, se impariamo a vedere, si compiono in noi e intorno a noi tanti prodigi e miracoli.

    Non so quando, ma son certa che tutto questo che stiamo vivendo
    da un momento all’altro si muterà e ci troveremo improvvisamente
    nel Giardino Incantato dove fiorisce da sempre per sempre il nostro Albero della Vita.

    Ognuno di noi è un essere unico e irripetibile e possiede un dono.

    Trova il dono in te, coltivalo e offrilo al Mondo per essere Mondo!

  3. Voglio lasciarti una poesia.

    E’ di un poeta contemporaneo che considero un ‘grande’ :

    ANTONIO ONGARI

    ROBINSON (UNA VITA NAUFRAGATA)

    A chiedere di lui ti senti dire
    che era uno che non poteva perdere,
    che aveva il mare aperto alla sua prua.
    Qualcuno vanterà d’averlo visto,
    a gambe larghe, imperioso e ritto,
    le mani sul timone a governare
    la nave mentre al vento della sera
    lasciava il porto come un dio marino.

    La chiglia ormai non conta più le onde
    che spezza sotto il vento nelle vele.
    Lui sente nelle mani la potenza
    che preme sul cotone e le sartie
    fa gemere in un canto di sirene
    e accoglie sul suo viso la salsedine
    che il mare gli schiaffeggia sulla pelle
    come un tributo di sottomissione.

    Ma il mare della vita chiede a tutti,
    senza favori e senza preferenze,
    ben altro che l’ardore e l’incoscienza.
    E fu così che, sotto la tempesta
    dell’acqua non più cheta come prima,
    perse la rotta e senza governare
    portò l’inerte legno nelle secche
    in una notte buia e senza stelle.

    Per giorni sulla spiaggia la marea
    portò i ricordi tristi del naufragio.
    Lui pianse sul fasciame frantumato,
    la bussola che mai aveva usato,
    le carte nautiche mai consultate,
    e ad ogni pezzo che toccava terra
    si apriva una ferita di rimpianto,
    ancora grani del rosario dei ricordi.

    A poco a poco smise di guardare
    la linea cielo-mare alla ricerca
    del gonfio bianco teso delle vele.
    Sepolti coi ricordi gli strumenti,
    prese a guardarsi intorno con stupore
    e, finalmente appresa l’umiltà,
    col capo chino si mise a costruire
    da capo la sua vita naufragata

  4. …Sei stanco???…a volte nella vita ci vuole anche questa condizione sai? anch’io mi sono trovata ad accorgermi quanto fossi stanca….stanca di correre tutto il giorno per andare al lavoro…”corri corri”…stanca di rincorrere i clienti che non trovo perchè sono già in vacanza…stanca di correre per far la spesa e di correre a casa per prepararla e poi…trovarsi da sola con il tuo piatto preferito!…. stanca di sentire quel silenzio che riempie la tua casa vuota!!!…eppure….caro Giancarlo, è proprio in quei momenti così “muti” che dovremmo accorgersi quanto si stà bene con se stessi e quanto siano comunque importanti tutte quelle persone che in quel momento non sono con noi ma…solo fisicamente!! ricordati l’esperienza che raccontai all’ultimo meeting…nessuno di voi era fisicamente con me in quei giorni di grande lotta eppure tutti mi avete accompagnata in quelle grandi sfide vinte con gioia grazie all’unità che abbiamo con Sensei e con i nostri compagni di fede…grazie alla compassione e a quella felicità che invadeva il mio cuore nei momenti più difficili dove la “paura”prendeva suo fratello “coraggio” per mano e guardando sempre avanti qualsiasi cosa potesse accadere. Il tuo amico non è andato via, vi ritroverete una volta fuori e sicuramente con un bagaglio che ogni giorno aumenta insieme alla vostra crescita personale. pensa quante cose avrete da racontarvi!!! che spettacolo!!! se le nostre mamme ci avessero tenuto sempre per mano, non avremmo mai imparato a camminare da soli!! Il più grande e importante “punto di riferimento” sei TU…la tua stessa vita! abbiamo un grande mezzo, non dimenticarlo! “UN SOLO SCROSCIO DI PIOGGIA SPEGNE MOLTI FUOCHI RUGGENTI, E UNA SOLA VERITA’ DISSOLVE MOLTE FORZE MALVAGIE” N.D dal gosho Itai Doshin- proprio l’argomento di studio dell’ultimo meeting,ricordi? Grazie Giancarlo! salutami tutti

  5. Solo due parole: mi hai commosso. Davvero.
    Hai scritto delle cose che mi hanno colpito per la loro semplicità e perchè traspare quello che provi tu, senza nasconderti dietro a nulla e senza toni patetici.
    Un abbraccio come sempre

  6. caro giancarlo siamo tutti soli a vivere le nostre condizioni come conseguenza delle nostre passate scelte anchio talvolta mi sento stanca ma proseguo il mio fine che forse non avra fine come per te a breve forse passeranno altri anni forse subalterneranno altre pene e anche se saro stanca proseguiro il mio cammino perche tutto ha un fine e finche c’e un solo alito di vita val la pena rialzarsi risbracciarsi e continuare la battaglia gironaliera con la convivenza insieme a non quelli che ti sei scelto ma come epilogo delle tue scelte
    si sono dura lo so ma se pensi di essere una mosca bianca sbagli siamo tutte mosche bianche finche non sbattiamo le ali contro la nera realta’ che porta come conseguenza tutto questo
    animo su finche sara’ possibbile noi io ti saro vicina anche solo con le parole e quando questo non sara’ possibbile con il pensiero positivo che non mi viene da nessun karma o religione che sia ma dalla solidarieta’ umana di un cuore di madre

    al prossimo post voglio un sorriso ( anche per me) per noi che c’e lo aspettiamo
    virginia

  7. Caro Giancarlo,
    la vita è fortemente irregolare e non accade mai nulla di lineare! Un momento sembra positivo e subito dopo arrivano i problemi.
    Penso che il trucco sta nel NON SMETTERE MAI DI SPERARE. Penso che quando si smette dio sperare si inizia un pò a morire e non bisogna mai permettere alla speranza di sparire.
    Inoltre bisogna mantenere la propria dignità anche nei momenti più difficili e anche con dei piccoli gesti che apperentemente non servono a nulla ma che invece ci permettono di chiamarci uomini.
    Un grosso saluto
    Marco

  8. Carissimo Giancarlo,
    Ci spiace che un uomo sia in carcere.
    Siamo gli ospiti di una casa di Riposo, abbiamo letto la sua lettera e le siamo vicini con il pensiero e le facciamo tanti auguri perchè torni presto con noi.
    Noi come anziani pregheremo per lei per aiutarlo a vivere in questa situazione.
    Siamo tutte persone uomini e donne sulla novantina e ci fa impressione a pensarti rinchiuso in una realtà di carcere.
    Però consolati perchè anche per chi vive fuori ha un sacco di problemi morali e fisici.
    E il cattivo umore noi ce l’abbiamo appiccicato addosso. Oggi è il primo giorno d’estate per tutti e questo crea nei nostri pensieri una speranza in più per i mesi che dovranno venire.
    Anche noi non usciamo e siamo costretti a una carrozzina , quando invece tu sei libero di camminare come vuoi!…..E poi non sei mica destinato all’ergastolo…è solo un passaggio.
    Non ti devio scoraggiare perchè stai finando la tua pena ….noi tri siamo vicini con tutto il nostro affetto.
    ricorda di non isolarti , e di pensare ad organizzare la tua vita futura.
    Affettuosi saluti

    Gli ospiti della Casa di Riposo

  9. Ho conosciuto la tua stanchezza. Ho conosciuto la solitudine.

    Mi ci sono voluti, però, quasi 63 anni per capire che “solitudine” è sofferenza nel Fare, più che sofferenza nell’Essere.

    Con altre parole, è vita senza uno scopo, più che vita senza compagnia.

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