Risposte

Eilà, ma quanti nonnini tutti per me, grazie.
Sono felice di sapere che la festa è andata bene, sono così contento che vorrei abbracciarvi tutti.
Vi contatterò appena fuori e se vi farà piacere verrò a trovarvi. Io ne sarei davvero felice.
Con affetto, Lorenzo

Ciao Tiziana.
Lettere, lettere, lettere. Parole che altro non sono che la poesia dei nostri pensieri.
Pensieri che sono il frutto del nostro cuore o per opposto, la parte più oscura della nostra mente.
Si può parlare per ore senza riuscire ad esprimere completamente le proprie sensazioni.
La lettera invece riconcede il tempo necessario per l’ascolto interiore e ciò che viene riversato sulla carta è un’eruzione di sensazioni ed emozioni.
Ti abbraccio
Lorenzo

Caro Igor,
qui in carcere la promiscuità è la normalità. Arabi, nigeriani, italiani, rumeni e così via, convivono gomito a gomito. Quante volte ho sorriso ironicamente sentendo la classica frase “qui siamo tutti uguali”. Che gran fesseria. Siamo tutti diversi e questo è meraviglioso.
Il mio amico Konare, nigeriano e buddista, prega al mio fianco e io lo rispetto e amo per ciò che è.
Quanto posso imparare da lui: cultura, usi, costumi!
Quante volte siamo scoppiati a ridere parlando di cibo, confrontandoci su come corteggiare una donna o sul nostro modo di vestire.
Tutto ciò è semplicemente grandioso.
Giusto, non diamoci per vinti. La fede è una lotta che dura tutta la vita, se dimentichiamo ciò inizia la sconfitta.
Un abbraccio
Lorenzo

Ciao Chiara,
quando parlerai di libri mi vedrai sempre presente.
Soluzione ad un problema: un registratore. Poi, con calma, estrapoli e passi al PC.
Un lavoro di grande pazienza che mi è poi tornato utile per la tesi di maturità.
Ti assicuro che ne verrà fuori un archivio di informazioni incredibile.
A presto
Lorenzo

Ciao Giulia,
una nuova “penna” sul blog?
Grazie per il complimento, anche se…ahimè… la perfezione è ben lungi dall’appartenere ai miei scritti.
Amica mia, la mente è dimora di se stessa e, perdona la terminologia spicciola, se è intasata come la tazza di un cesso bisogna che qualcuno tiri l’acqua. Purtroppo ci sono persone che hanno preferito eliminare anche la catenella e sembrano felici di vivere avvolti dal lezzo della loro ignoranza.
Che dire…per il cambiamento c’è sempre tempo. Speriamo bene.
Un abbraccio
Lorenzo

Comments 12

  1. Scrivi bene. Hai la penna facile e l’immagine del cesso funziona bene. E’ bella la descrizione della promiscuità di cui parli, del fianco a fianco, del tutti-uguali-tutti-diversi. La fantasia, che di solito mi trabocca, qui s’arresta, perchè non avendo mai vissuto di persona, a ogni parola che mi fuoriesce s’associa una banalità di cui provo vergogna, un luogocomune, che mi spinge subito al blocco, alla pudicizia del Pensiero. Solo il De André o il “Memorie di una casa di morti” mi hanno trasmesso qualcosa che sorpassa il sentito-dire, della faciloneria; e ascoltarti leggendoti mi alza su questo livello, oltre la banalità di cui giornali, televisioni e discorsi son zeppi. Moralismi! nell’uno e nell’altro senso, dove la mente non è “dimora di sé stessa” ma specchio di una volontà collettiva che a nessuno appartiene ma che tutti infetta. Spero che tu sarai abbastanza forte per vivere con dignità e forza la tua esperienza; perchè anche questo fa parte dell’essere l’uomo, anzi probabilmente racchiude un livello di purezza e di sincerità che la “vita normale”, il bel pensiero aziendale, non possiede, pur decantando di continuo, esplicitamente o implicitamente, la vanità d’appartenere alla maggioranza, al modo-giusto, all’ovvietà originale dell’esistenza. Sarai probabilmente più uomo di un dirigente, di un parlamentare, di un investitore; lo sentirai, con la discrezione di chi si trova “a sfogliare i tramonti in prigione”; ma – e qui sta l’augurio – con l’onore di non aver perso la dignità nè d’aver sciupato in un’eterna attesa una vita d’accatto. Ti abbraccio

  2. ciao marco, ma dove ti eri nascosto? perchè ho dovuto aspettare tanto per avere un tale saggio di consapevolezza, di umiltà e sensibilità?
    grazie, davvero grazie.
    moralismi e banalità sono parte integrante della vita di tutti noi, nessuno ne è immune. ciò che mi sembra davvero importante è sviluppare la capacità di amarsi ed amare, senza condizioni e riserve. ti sembra utopistico? credimi amico mio, se raggiugi il massimo livello di sofferenza l’utopia diverrà realtà e i discorsi in televisione, la necessità di appartenere alla “casta” aziendale, ti sembrembreranno stronzate tali da non meritare la benchè minima considerazione.
    questo blog, grazie a persone come te, mi ha regalato una infinità di emozioni, mi ha aiutato a sentirmi meno solo e mi ha fatto sentire umano, con pregi, difetti e limiti.
    se smettiamo di sperare e di lottare cosa ci resta?
    ti abbraccio….lorenzo

  3. … solo ieri ho saputo dell’esistenza di questo blog…
    Vedi, è proprio questo il punto. Che spesso manca questo livello di sofferenza: una sofferenze fisica e una esistenziale (parlo dei nostri giorni, di un discorso generale). E cioè che non abbiamo guerra e povertà per soffrire, anzi sguazziamo in un tal grado di opulenza tanto da doverci inventare bisogni per aver l’opportunità di poterli soddisfare; e tutto ciò c’impegna tanto, sia nell’atto produttivo sia nell’atto di fruizione, che non s’ha tempo, nè umiltà, nè energia per poter avvertire il proprio Io sbucciato delle finzione. Viviamo con un preservatico col cuore, un bel gondone tutto profumato di cui siamo in adorazione, che ci sembra il massimo completamento personale. Perchè – e sono d’accordo con te – è proprio quando ci si sente più piccoli, più fragili, più soli, ecco, è proprio quello il momento in cui s’ha più voglia di amare, di andare per strada e gridare ti amo in faccia alla gente. Questa è la lotta: trovarsi e vivere la sofferenza più personale e più vera per poterne uscire nel modo più degno e migliore.
    Solo un appunto, sul secondo post. Non credo che i parlamentare siano persone troppo diverse dalle altre, non da me nè da te. In fondo, l’essere umano è uguale ovunque, solo con mezzi diversi, e con diverse possibilità di scelta, nell’ambito del proprio libero arbitrio. Sicuramente ci sono parlamentare rispettosi e degni; è un mio grande rammarico non poterne conoscere personalemente, per poter giudicare di persone, coi miei occhi, con la mia anima, col mio cuore.
    Un abbraccio
    Marco

    PS ma quando esci?!

  4. un saluto alla famiglia Trisoglio, uso questo termine perche’ e’ l’esatta impressione che ho pensando a voi.
    come state? io piuttosto bene, non posso davvero lamentarmi. ho finalmente trovato sul blog il vostro indirizzo, non manchero’ di scrivervi. un abbraccio……………………………………………………….lorenzo

  5. ciao Marco, sono fuori dal 18-10.
    io credo sia importante nella vita stare male almeno una volta.
    quando dico “stare male” intendo proprio STARE MALE. quando ti senti sviscerato dal dolore, quando sei ormai rassegnato e pensi che piu’ nessuno possa far niente per te, quando i tuoi sogni sono solo incubi e le tue giornate odiose ore da far passare il piu’ in fretta possibile.
    un’esperienza di questo tipo ti aiuta ad amare la vita con tutta la spazzatura che essa puo’ contenere. camminare per strada e sentire il profumo di pollo che esce da una rosticceria puo’ sembrare normale, scontato. ieri ho vissuto questa esperienza ed ero frastornato come un bimbo di fronte ai regali di natale. la vita e’ un bene sacro, e’ amore, e’ dolore, e’ passione ed apatia. E’VITA, l’unica cosa per cui siamo nati e non dovremmo permetterci di sprecarla correndo dietro il bisogno di dimostrare di essere cio’ che non siamo o nascondenderci in un anfratto per paura di mostrarci per come siamo.
    un uomo deve avere il coraggio delle proprie azioni, senza nasondersi dietro cose del tipo “immunita parlamentare”.
    se io commetto un reato e sono abbastanza stupido da farmi prendere vado giustamente in carcere. ho almeno avuto il “coraggio” e la demenza di giocare con la mia vita. che coraggio e quanta demenza ci vogliono per spogliare un paese consapevoli della propria immunita’?
    un abbraccio…lorenzo

  6. Ciao Lorenzo,
    non ho ben capito com’è che i miei post non ci siano ma che tu riesca a rispondermi comunque… boh
    Sono d’accordo con i tuoi pensieri sulla vita. Sinceramente, non conosco bene “l’immunità parlamentare”; non ne conosco i dettagli, nè quali reati convolga, né con quali meccanismi, quindi preferisco essere cauto nel discuterne. So però che non è vitalizia, e che quindi i reati posso venire giudicati al termine del mandato; e che esistano meccanismi per cui è possibile comunque indagare su parlamentare ma con un’autorizzazione speciale; e che esiste anche in altri paesi. Ma ti dico, non ne so molto, davvero. Capisco il tuo punto di vista, che invece la tua colpa hai dovuto scontarla fino in fondo, per un tuo gesto, una tua azione a cui la società ha opposto una controazione. Credo – ma questa è una supposizione, e ti chiedo scusa se azzardo sentimenti di cui non so nulla – che ora che sei uscito dovrai sentire un senso quasi di orgoglio, forse misto a rabbia, ma l’orgoglio di aver pagato le tue azioni, d’esserne tu medesimo del tutto padrone, senza intermediari tra il tuo Essere e la tua Volontà. Almeno credo…
    Un abbraccio
    Marco

  7. Ciao Marco, trovo i tuoi commenti in RSS e mi arrivano anche sulla voce
    ( lorenzo ).
    lasciamo perdere i parlamentari, altrimenti ci impelaghiamo in discorsi reati, scadenza termine e periodi di immunità ( sempre maggiori a quelli utili per la prescrizione dei reati).
    è vero, ho pagato i miei errori senza sconti ma non ho rabbia. ciò significherebbe non aver accettato il fatto che gli errori vanno pagati. sono solo amareggiato per quello che ho vissuto e visto. per quanta ingiustizia ho visto nel nostro sistema giuridico e penitenziario e io sono tra i fortunati che hanno usufruito della detenzione attenuata.
    molto giusto ciò che dici, sono orgoglioso di aver pagato senza batter ciglio ed ora sono nuovamente padrone della mia vita.
    una sensazione davvero splendida.
    un abbraccio…lorenzo

  8. Grazie per la testimonianza. E’ bello ascoltarti parlare. Per me, sono sensazioni lontane, apprese per lettura e solo immaginate, ma mai toccate per mano, neppure per terza persona. Sono contento del tuo orgoglio, della libertà riassaporata; credo sia stata una bella prova di vita, in qualunque vicenda che hai dovuto attraversare, dal processo fino alla reclusione. Ti auguro di riuscire a reinserirti nella vita di tutti i giorni, di trovare affetto e serenità e tutto quell’altro che cerchi; mi auguro tu non debba ricominciare da zero. Continua pure a raccontare, a parlare; io ti ascolto. C’è tutto da imparare…
    Grazie mille
    Un abbraccio
    Marco

  9. ciao Marco, reinserirmi in società non sarà uno scherzo, ma credo di essere partito con il piede giusto. abito in un piccolo centro e tutti sanno tutto, non ho dovuto nascondere nulla. nessuno mi fa pesare la cosa, anzi ho trovato una comprensione che mi ha stupito. ricominciare da zero non è un problema, visto che prima di questo zero c’era solo spazzatura
    ( come stile di vita intendo ). non bisogna mai dimenticare chi siamo stati e da dove siamo arrivati, questo sarà utile per apprezzare tutto ciò che oggi abbiamo e che fino a ieri sembrava un sogno irrealizzabile.
    un abbraccio…lorenzo

  10. Bene, mi sembra che tu possa contare su cose preziose, e che tu possa ben sperare di “reinseriti in società”. Magari anche l’essere in un piccolo centro ti permetterà di riuscire a costruire rapporti più personali, diretti, sinceri. Tu auguro una buona riuscita del tuo “sogni irrealizzabile”, e spero che continui a frequantare il blog.
    Un abbraccio

    Marco

  11. Caro Marco, il blog è diventato una piacevole abitudine e mi aiuta a rimanere in contatto con quelli che per tanto tempo sono stati i miei compagni di viaggio.
    I toscani sono persone davvero particolari, si preoccupano molto per come ti comporti e non per ciò che sei stato, io ho iniziato a lavorare dopo pochi giorni dal mio arrivo e questo mi ha aiutato molto.
    credo di avere tutte le ragioni per essere contento di tutta la situazione.
    confucio disse “la meta è il cammino”, io sono partito, poi si vedrà.
    un abbraccio…lorenzo

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