Conosci forse la violenza sul tuo corpo?
Conosci l’uomo nel profondo per giudicarlo?
Taci allora.
Impara ad ascoltare il silenzio
il silenzio di chi piange dentro
di chi piange la vergogna
di chi piange il sentirsi sporco
di chi piange pur essendo un angelo.
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Carissimo Pierrot, le sue poesie sono molto profonde !
Le inviamo un articolo tratto dal nostro giornalino di natale “La Casa dei Fiori e dei Colori” in occasione delle feste.
A risentirci dopo l’ Epifania.
Gli ospiti della Casa di Riposo Trisoglio
In questi giorni mi sono tornati alla mente due episodi di vita
vissuta, legati tra loro da un comune sentimento che è l´amore; quello
che gli uomini sembrano aver dimenticato in questo periodo di violenza
e di odio.
Sono episodi accaduti nel periodo delle festività natalizie di
parecchi anni fa e ve li voglio raccontare.
Il primo riguarda un mio cugino che, da quando sono morti i genitori,
vive solo in una casetta non lontano dalla mia, in mezzo alla campagna
e che è veramente un personaggio curioso.
Aldo, questo è il suo nome, ha frequentato solo le scuole elementari,
ma il suo ingegno naturale gli ha permesso di costruirsi tanti
strumenti che gli facilitano il lavoro e la vita, di imparare a suonare
la chitarra e di vivere quasi in simbiosi con la natura e con gli
animali che lo circondano.
E´ molto burbero e incute anche un po´ di timore quando si parla con
lui; è un solitario e non accetta di buon grado qualsiasi compagnia.
Alcuni anni or sono fu invitato per la sera di Capodanno da una
famiglia di vicini e stranamente accettò l´invito. Si presentò verso le
10 e chiacchierando del più e del meno si fecero le 11,30.
A quel punto si alzò e rivolgendosi al padrone di casa disse:”Bene,
grazie di tutto, è giunta l´ora che torni a casa”. Tutti furono stupiti
ed insistevano per trattenerlo dicendo:” Ma come, è quasi mezzanotte e
te ne vai adesso! Dobbiamo festeggiare!”
Ma Aldo rispose:” Mi spiace, ma a casa c´è qualcuno che mi aspetta”.
Ed uscì.
Arrivato a casa tagliò tre fette di panettone, stappò una bottiglia di
spumante e poi sedutosi sul pianerottolo, chiamò il suo cane ed il suo
gatto e festeggiò con loro l´inizio del nuovo anno.
Ci disse poi il giorno successivo: “Ma secondo voi, per tutto l´anno
vivo con i miei animali che mi tengono compagnia, fanno la guardia alla
casa e cacciano i topi ed io avrei potuto iniziare il nuovo anno senza
di loro?”
Tutti rimanemmo a bocca aperta perché quella persona apparentemente
così spigolosa e burbera dimostrava una sensibilità non comune.
L´altro episodio invece si riferisce ad un piccolo cane di nome Dadi
che viveva in campagna con i miei cugini Maria e Celeste.
Dadi era un volpino biondo-rossiccio, grassottello con la coda girata
all´insù e arrotolata su se stessa, con le zampette corte ed il musetto
appuntito.
Era simpaticissimo e molto intelligente ed era affezionatissimo a
Maria.
Una sera d´inverno, una di quelle serate in cui il freddo è pungente,
il cielo buio con i riflessi rosati e l´aria frizzante preannuncia la
neve, Dadi non vedeva tornare la padrona.
Come si poteva spiegargli che non sarebbe rientrata perché doveva
assistere una parente in ospedale?
Fatto sta che Dadi si era seduto dietro la casa che si trova su un
poggio e stava ad osservare con attenzione la strada un po´ più in
basso dalla quale Maria era solita tornare.
Celeste si era addormentato in cucina e verso le 10 decise di andare a
letto, ma Dadi non era in casa dove aveva la sua cuccia. Allora aprì la
porta e si accorse che nevicava e Dadi era fermo, immobile da tre ore
sotto la neve che lo aveva ricoperto come una statua di ghiaccio.
Inutile chiamarlo: non si muoveva dalla sua postazione. Celeste dovette
scrollargli la neve di dosso, prenderlo in braccio e riportarlo in
casa, dove rimase triste e senza mangiare fino al mattino successivo
quando Maria tornò.
Quanto affetto disinteressato in questi episodi!
Rosa Maria, figlia della signora Olga Ospite della Casa di Riposo Trisoglio
Caro Pierrot,
La tua poesia mi ha commosso…
Grazie.
A presto
Carla
Ho sempre pensato che in ognuno di noi esiste un poeta. Non occorre essere grandi Vati per scrivere, basta lasciar correre le emozioni. Complimenti vivissimi Pierrot.. davvero. un sorriso Stella
bravo l’ho trovata molto bella e profonda. ciao