Istruzioni per l’uso

Come funziona il blog Dentro e Fuori.
Nasce da un gruppo di studenti universitari a cui è venuta l’idea che ci consente di trapassare muri e sbarre e condurci da Voi che ci leggete. Questi ragazzi vengono una volta alla settimana fino alle nostre celle a ritirare ciò che noi scriviamo e portare i commenti e le risposte scritti sul blog. Loro sono in tre. A turno vengono qui in carcere.
Visto che “la cosa” procede ancora secondo prescrizioni penso ci leggerete ancora. Lo so, per le stronzate che scrivo sarebbe da oscurare, ma ci sono i miei compagni che riparano egregiamente…
Questo è il blog e il suo funzionamento. Se Concetta volesse altre delucidazioni sarò felice di dargliele.
Ciao, Francesco.

Comments 1

  1. sforo in un altro post, ma vorrei aggiungere un appendice a quello che ho già scritto una volta.
    “le paladine dell’ingenuità” prendono le mazzate, dirai forse tu. hai ragione, come no. bisogna corazzarsi e sviluppare una buona capacità di valutare persone e situazioni (come se fosse davvero possibile..). il trasformare le sconfitte, o presunte tali, in vittorie, come dici tu, è forse continuare a rialzarsi dopo ognuna di queste senza troppo cambiare un tuo principio d’azione in cui credi fortemente.
    a proposito di incontri, sempre: se ogni persona ha un valore unico, suo, che può prescindere dalle sue azioni, che può non essere sbandierato al mondo (perchè il contatto col mondo molte volte è più che legittimo non desiderarlo), se in ogni persona esiste qualcosa che valga la pena conoscere e rispettare, se tutti questi “se” sono veri allora è profondamente etico NON negare le relazione e valore e rispetto nella relazione, quasi in qualsiasi contesto, quasi a qualsiasi costo, e anche a costo di una sofferenza.
    trovo i rapporti di potere aberranti, e trovo che ci siano due scelte: decidere di NON cedere il potere a chi hai di fronte, e quindi decidere di NON conoscere; o decidere di conoscere, perchè lo vuoi (e volendolo rispetti automaticamente l’altra persona: ossia dici “sì, vale la pena che io ti conosca”), ed esser disposto a metter il potere in secondo piano, per farlo. magari cedendolo transitoriamente. magari poi pentendotene. ma se poi ne valeva la pena, e non te ne penti, ecco quello ripaga tutta sta trafila che mi sembra di aver tentato di spiegare in maniera orripilante. (anzi sono già invasa dal consueto disagio post-delirio pubblico:la sensazione fortissima, accompagnata da vampate al viso tipo menopausa, che non sia chiaro ciò che volevi dire..).
    alla fine è un po’ come il poker, forse, o la roulette.
    alla fine, dentro le scatole di latta dei pelati, ci sono eccome, i pelati, e finchè c’è un pelato non si può esser totalmente inquinati…
    ciao a presto
    ali

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