Nell’ultima puntata dei Dialoghi con il gatto, Ciccio ha chiesto al suo padrone come faccia a non arrendersi mai.
Mio caro Ciccio, non è poi così vero che non mi sono mai arreso, ho avuto molti periodi di resa, altri di lotta e molti di stallo, cioè periodi in cui non lottavo ma nemmeno mi arrendevo, ma tutto questo è cominciato più con l’uso di varie droghe, un contrasto interiore che mi ha tormentato…
“Come sei finito nella droga?”
Aspetta Ciccio, devi avere pazienza, come ti ho detto, se salto qualcosa c’è il rischio che tu non capisca e io appaia solo come un tossico, un drogato, ma questo modo di essere, che pur non rinnego, è solo la conseguenza delle mie incapacità, paure, vergogne. Quindi sia chiaro: non do colpa a nessuno, ma solo alla mia incapacità di reagire… Ora lascia che prosegua da dove eravamo rimasti, e cioè dal dal mio aver cominciato a nascondermi, a farmi notare solo per la mia rabbiosa ribellione fatta di modi stupidi e in apparenza incomprensibili, che erano sempre causa di botte… Scappai anche di casa, ma essendo piccolo fu molto breve. Ero scappato alle 20.00 e alle 00.00, più o meno ero in casa, avevo girovagato per il quartiere, finché davanti a un bar non trovai una macchina aperta e mi ci infilai per dormire… Il proprietario mi vide, era lì con Amici. Fu molto gentile, mi fece fare colazione e poi mi chiese dove abitavo. Ma io ero silenzioso e non volevo tornare, anche se alla fine mi convinse e mi riportò a casa.
“I tuoi ti abbracciarono?”
Niente affatto, cario Ciccio. Appena quel signore andò via mio padre mi prese, mi diede botte e mi legò mani e piedi gettandomi innanzi al lavandino e dicendomi: prova ancora a scappare.
“E tu cosa facesti?”
Piansi, Caro Ciccio, piansi e ripiansi la mia vergogna e la mia incapacità di comunicare, di liberarmi…
“Sai, ho paura di averti fatto del male nel chiederti di parlarmi di te.”
(17. Continua…)
Comments 6
Caro Ciccio,
non bisogna picchiare i bambini perchè sono piccoli e non sono ancora capaci a difendersi. Il padre poteva sgridarlo ma non picchiarlo. Questo è un comportamento da denuncia.
Non è facile essere genitori e a volte i genitori esagerano persino.
Essere genitore è anche un po’ un problema perché se si lascia fare ai figli che cosa vogliono fanno delle robe che non vanno bene e picchiarli non va neanche bene.
Saluti a Piettot e una carezza a te Ciccio dagli ospiti della Casa di Riposo Trisoglio: Fiorentina, Antonia,Rosaria,
Gina, Francesca,Giuseppina,,Rosa, Carlo, Piero,Valeria, Margherita,Caterina,Ulisse,Teresa,Nicolina, Angiolina,Margherita,Giaele,Irma,Suor Anna,Lidia,Olga,Margherita,Giuseppina,Carolina,Rita,Giulia,Nicolina,Teresa,Celeste,Maria.
Ps. Ciccio di che colore sei? Grigio? Bianco? Rosso?
Sono tentata di scriverti cose, ma non riesco ad immaginarti a leggere qualcosa di diverso che non le fusa del tuo gatto Ciccio. Io invece ti leggo molto volentieri e spero che in qualche modo questo interesse arrivi fino a te, in che modo non saprei…, e che ti faccia sentire meno solo.
Un abbraccio
caro, non dico pierrot perchè è una maschera anche lui (difficile togliere definitivamente ogni tipo di maschera, no?), ma caro Tu, il Tu che intravedo come esitante su una porta non sapendo se entrare o no per non disturbare, quel nucleo ancora incorrotto da allora, senza il quale non scriveresti niente di tutto questo.. ecco, caro Tu, sbatti la tua forza in faccia a tutto il male che hai vissuto come la risata ironica che spesso riesci a tirar fuori!
non ti sbagli: per quanto sia difficile fidarsi, esistono le persone che davvero vogliono ascoltare, come unica possibilità di condividere una sofferenza che non può esser capita, ma sì profondamente rispettata. nel rispetto di ogni singola persona, nel contatto, anche breve ma vero, si può trovare una pienezza incredibile. ti auguro che tu ti faccia ascoltare, e che salti al di là dell’ostacolo… in fondo lo stai già facendo.
un abbraccio ali
ancora una cosa: è un’enorme fortuna incontrare qualcuno, non importa chi, con cui si può inspiegabilmente trovare una catarsi, e la fortuna è tanto più enorme quanto più è casuale ed inspiegabile, credo. non penso sia necessario etichettare ad ogni costo cosa lega due persone, e quanto e per quanto e come e perchè. basta pensare che sarebbe stato tanto, tanto più brutto non essersi conosciuti mai – e quindi viva le casualità della vita, e anche auguri alla tua catarsi, ali
sai Pierrot quando leggo i tuoi scritti mi arrivano con incredibile forza la tua sofferenza, tristezza, rabbia, solitudine, riesco a sentirle , diventano mie
eppure quando entro in questo posto mi aspetto di trovarti, voglio che ci siano le tue parole e mi fa piacere che siano frequenti, c’è il desiderio di ascoltare e di condividere pur con tutti i limiti delle circostanze
c’è in me la certezza che aldilà di tutto questo qualcosa di nuovo, di sereno, di bello aspetta
perché non è possibile che la sofferenza sia fine a se stessa
e perché le potenzialità che abbiamo dentro sono infinite
e perché il nostro incoraggiamento e la nostra partecipazione emotiva, che da qui è l’unica cosa che possiamo farti pervenire, devono riuscire ad abbattere i muri ed arrivarti con tutta la loro potenza
almeno questo è quello in cui credo e credo nel potere delle parole che scaldano il nostro cuore
«Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo. Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere»
un abbraccio
Caro Pierrot,mi dispiace tantissimo..quel che racconti è orribile!io noo riesco a credere che si arrivi fino a questi puntil… eri un ragazzino,con tanto bisogno di amore ee comprensione..è una cosa terribile..è brutto perche’ certe cose certe violenze,anche psicologiche rimarrano impresse ne cuore per la vita..è un brivido..angosciante…ma io ti auguro di avere tutto il contrario di quello ke hai avuto.. una vita piena di amore e gioia! Un abbraccio..