La musica degli anni ottanta

Il gatto Ciccio ha chiesto a Pierrot se non sarà poi stata una cattiva idea chiedergli di raccontare la sua storia…

Non temere Ciccio, c’è tanta cattiveria tutto intorno e spesso tutti fingiamo di non vederla. Vorrei non sentire questo pianto dentro me, quindi come puoi sentire, tutto questo non che essere la vita, la mia vita, e anche se sto soffrendo, ora che mi sono trovato, non voglio più perdermi…
“Perché dici che ti sei trovato?”
Perché ora so chi sono, cosa sono, ma soprattutto cosa voglio.
“E prima non lo sapevi?”
Non è che non lo sapessi, ma era come se vagassi nell’immensa distesa desertica, con il sole che mi cuoceva la testa e ciò che vedevo e incontravo non era altro che miraggi pronti a svanire come fumo….
“Credo di aver compreso, molte delle cose che dici le ho viste in televisione e quindi comprendo di cosa parli e del tuo darmi aneddoti che riguardano la vita e le sostanze.”
Il vero io non mi permetterebbe mai di parlare così sinceramente, ma da quando è arrivato Pierrot tutto è diverso. Lui dice ciò che è vero, non ha vergogna nè paura verso ciò che è stato il vivere… E poi ci sei tu, che mi sproni con la tua curiosità, con il tuo voler conoscere, e vi sono anche due occhi che mi hanno parlato e che sono come acqua alla sorgente. Limpida e pura…
“Come mai hai rimesso la solita musica anni ottanta?”
Perché mi aiuta nei ricordi, e quindi ora possiamo andare avanti, mi sento meglio alleggerito. Non potrei mai raccontarti tutto d’un fiato ciò che è stato, e qui tra il teatro che faremo e il resto ho molto da distrarmi. Ma ora eccomi, ora ripartiamo…

(18. Continua…)

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