Il Natale in carcere è la cosa più finta che possa esistere. Si finge di essere felici. Si finge che non importi se fuori ci sono gli addobbi natalizi e che le persone vadano nei negozi in cerca del regalo più appropriato per l’una o l’altra amicizia. Si finge che questo dovrebbe essere l’ultimo natale che passi in carcere. Si finge di essere allegri, mentre il cuore piange. Si addobba anche noi le celle, i corridoi della sezione, con le poche cose che siamo riusciti ad avere, o donate dai vari volontari, mentre si vorrebbe solo una cosa: addormentarsi alla sera e svegliarsi quando le feste sono finite.
Però talvolta, guardando la televisione, ci si accorge che ci sono moltissime persone che stanno peggio di noi. Penso a chi in quest’anno ha perso un figlio a causa di una autista ubriaco, che preferirebbe mille volte essere in carcere ma ma che il suo caro fosse vivo. Penso a quelli che non hanno nessuno nemmeno a casa, noi almeno anche se detenute siamo tra compagne, e anche se è una cella è pur sempre un tetto. Penso a quelle povere famiglie per le quali il Natale è un giorno uguale agli altri, se non peggiore, perché vedono i loro bimbi che guardano speranzosi di qualcosa e invece non possono, a volte, neanche avere un posto decente. Penso agli anziani abbandonati a se stessi, malinconici, ricordando i natali passati con i propri cari, e infine penso alle persone nel mondo che muoiono di fame.
Ecco, se penso a tutto questo mi ritengo fortunata, anche se in carcere noi in fin dei conti abbiamo un fine pena più o meno lontano. C’è chi il fine pena, là fuori, non ce l’ha, ma solo un briciolo di speranza o rassegnazione. La speranza che il dolore che hanno dentro si attenui. Penso a tutto questo, e mi accorgo che il Natale possiamo festeggiarlo anche noi.
A tutte le persone meno fortunate di noi, dico Buon Natale, e che l’anno nuovo porti un po’ di luce e di speranza per tutti. Inoltre invito tutti quelli che leggeranno queste mie righe a fermarsi e guardare chi sta peggio.
Comments 6
io…….non ò…parole…è tutto…stupendo…vero..e si vede e sente..chè viene dal cuore..di una persona..sensibile…io…guarda…appunto..non trovo le parole..mi hai commosso..positivamente…ti son debitore…un raggio di luce..è entrato nel mio cuore…spero chè..il mio..GRAZIE…..sia un raggio di luce..pure per tè…un abbraccio forte….a natale..bè.e.come sempre..sappi chè..dà parte mia..un pensiero..e un guardando il cielo..un auguri..per tè..voi..cè..e ci sarà sempre..è un pò poco mà è verità..e dal cuore…..poi le piccole cose..son quelle più importanti..e vere…un abbraccio…maurizio.
Lettere dal carcere
• da Left Avvenimenti del 19 dicembre 2008, pag. 25
di Irene Testa
Il gelo quest’anno farà capolino tra gli immigrati stipati nel carcere milanese di San Vittore, dove il sovraffollamento non è utile neanche a riscaldare le celle gelide, ora che la caldaia si è rotta e tutti sono costretti a indossare giubbotti e cappotti. Tutti, agenti inclusi, tranne chi ha fatto “domandina” per poter avere indumenti più pesanti e nel frattempo continua a tremare in calzoncini e t-shirt, come denunciato al termine di una visita ispettiva dalla radicale Rita Bernardini. E il Natale potrebbe anche solo timidamente affacciarsi nelle ultime celle, dove non tutti i giorni arriva il rancio passato dalle cucine, e portare perlomeno una buona cena anche a chi magari non è cristiano, ma soffre la fame e non può affrontare i costi proibitivi del sopravitto. Per qualcuno che ha la fortuna di partecipare a qualche attività lavorativa o educativa, il Natale porterà forse l’occasione di poter uscire a respirarne più da vicino il clima, mentre si allestisce un mercatino o si recita in uno spettacolo teatrale. Per molti altri, la messa col vescovo, mezz’ora d’aria in più, il panettone portato in dono al colloquio, fatto a pezzetti dagli agenti per ispezione, saranno già il regalo impagabile di una giornata diversa, forse capace di strappare un sorriso alla sterminata tristezza di chi può solamente vedere in televisione le strade illuminate, la gente e l’allegria, e assapora l’illusione di essere lì anche lui, magari insieme ai suoi cari e ai bambini. E si chiede che il Natale, nonostante tutto, riesca anche per i familiari, vicini o lontani, a esser gioioso e a spazzar via quel pensiero fisso rivolto a chi sta in carcere. Ma a Natale in carcere si riesce anche a ricordare chi sta peggio – come ha scritto una detenuta attraverso un blog, “Dentro e fuori” che si occupa di raccogliere e pubblicare testimonianze dal carcere Le Vallette di Torino – e augurare un po’ di felicità anche per loro. Tante sono le preghiere a questo Natale da affidare a una lettera, alla domandina, o semplicemente accese a scaldare il cuore. Per tutte queste lettere di Natale dal carcere auguriamo, fiduciosi che non sarà solo carbone, la cosa più semplice, o forse la più difficile: per tutti i detenuti sia un Buon Natale!
auguro un buon natale al mio compagno che si trova nel carcere di san vittore nella speranza di rivederlo presto a casa per abbracciare me e il suo cucciolo di 6 mesi auguri franco.
Liana con poche parole hai espresso delle riflessioni molto profonde, soprattutto nella parte in cui parli del marchio dell’ex-detenuto, in un periodo in cui l’ostentazione della bontà legata al consumismo e all’ipocrisia, la fa da padrona. Certi pensieri, spesso luoghi comuni, come li hai avuti tu (prima), li ho avuti pure io, ma dopo aver incontrato Dentro e Fuori circa un anno e mezzo fa, oltre ad essermi affezionato, ho cambiato modo di pensare.
Per ciò che può valere ti auguro Buone Feste al meglio nelle condizioni in cui ti trovi. Non sto qua a farti la tiritera, dato che probabilmente ne hai già abbastanza di tuo.
Un caro saluto!
Cara Liana,
sei così dolce! non importa quali errori tu abbia commesso, quali colpe hai da scontare, ciò che importa sei tu ora, tu con la tua sensibilità, tu con la tua sofferenza, tu che hai a cuore le sofferenze altrui. Sai è questo il Natale! IlBambino Gesù nasce ovunque, ovunque Egli sia chiamato, Il Natale è dentro noi e non nelle luci di un albero o di un presepe, nè nelle vetrine inghirlandate, nelle vie illuminate a giorno, sulle tavole imbandite, Il Natale è tenersi la grazia dentro l’anima e non solo per un giorno all’anno. Il Natale dovremmo viverlo ogni giorno in ogni ora del giorno. Lo so non è facile nè “fuori, nè dentro”, non è facile, ma dobbiamo almeno provare. Cara Liana, Gesù è tanto misericordioso, dobbiamo affidarci a Lui, alla Sua giustizia che va al di là di quella degli uomini. La sua Grazia è quella di cui abbiamo bisogno, ne sono certa! Ti auguro un 2009 sereno e grazie dei tuoi pensieri. Un augurio alle tue amiche, Catia a presto, ciao
questo sarà il mio primo natale “in” carcere. in assoluto, non ho nemmeno idea di cosa significhi. spero solo che mia sorella non soffra il freddo, che non venga presa mai da un momento di debolezza, che non venga trattata male, che rimanga in salute fisica e mentale. spero la incrociate, è una persona d’oro. auguro serenità a tutti.