Adesso mi trovo qui alla Prometeo in qualità di socializzante, per quanto riguarda il caffè con la mia famiglia abbiamo costituito una cooperativa sociale all’interno del carcere tochiedendo prestiti agli enti predisposti, stiamo riuscendo a rilevare un capannone mettendo i vari macchinari che partono dalla tostatura all’impacchettatura e vendita del caffè, comprando le materie prime dalle associazioni appartenenti al mondo equo-solidale.
Per il momento abbiamo prodotto il primo bancale di caffè facendolo tostare dal torrefattore che veniva dall’esterno per insegnarmi, avendo lui un piccolo laboratorio in Val di Susa.
Ad oggi, nell’arco di qualche mese, penso a settembre, riusciremo a produrre noi il nostro caffè nel nuovo capannone creando all’interno di esso un nuovo modo di vedere il lavoro: non un posto dove si produca solo profitto materiale ma dove si dia spazio all’estro di ogni persona ci lavori affrontando i problemi che non riguardano solo l’aspetto lavorativo. Una sorta di “isola che non c’è”, dove non si cresca mai del tutto.
Questo è stato possibile grazie anche ad un mio grande amico che all’età di 57 anni non ha perso la virtù di sognare, rimanendo come me un inguaribile romantico.
Ad oggi mi sento molto più vivo di quando ero entrato, nonostante sono tutt’ora in carcere e dovrò ancora scontare 5 anni, quello che sarebbe stato il mio fututo è diventato in gran parte il mio presente.
Quello che potremmo estrapolare da questa storia è che se ci sono riuscito io da qui, con tutti i problemi che comporta il mio stato di detenzione, chi fuori è in un periodo non tanto roseo non dove abbattersi, cercando di pianificare il problema per poterlo andare a riparare nell specifico. In più, cosa che ritengo molto importante per far sì che si riesca nell’intento, è quella di non crescere mai del tutto, ricordando sempre “l’isola che non c’è”
Comments 2
Bravo Bravissimo Miki, per incoraggiare le persone non c’è niente di meglio che raccontare le proprie esperienze.
grazie
Buongiorno Miki,
siamo gli Ospiti della Casa di Riposo Trisoglio e le inviamo i nostri commenti:
Olga: “Una lettera veramente ben scritta, in italiano appropriato e molto comprensibile a tutti.
E’ laureato? Auguri!”
Luigi: “ Ascoltando, mi sono reso conto della difficoltà che può aver trovato in un ambiente come il carcere; le auguro di continuare su quella strada e che in ambiente libero possa nuovamente inserirsi nella vita civile. Auguri di una buona riuscita!
Riccardo: “Una bella lettera interessante: è che il Signore l’aiuti”
Assunta: “Una lettera bellissima”
Carolina: “Le auguro di cuore di poter continuare nei suoi propositi.”
Margherita: “ Si faccia coraggio, il tempo passa.”
Abbiamo bevuto una tazzina del suo caffè è veramente ottimo!
AUGURI DI BUONA PASQUA!
Gli ospiti della Casa di riposo Trisoglio