Gruppo Sportivo – Boxe

Da alcuni mesi all’interno della casa circondariale Lorusso e Cotugno i detenuti, alcuni dei quali fanno parte della sezione Prometeo e scrivono sul blog di Dentro&Fuori, hanno ottenuto la possibilità di autogestire un gruppo sportivo che organizza diverse attività all’interno della struttura. Una di queste è l’allestimento di un vero e proprio team di pugili. Abbiamo assistito ad alcuni incontri dimostrativi e abbiamo incontrato gli atleti per capire come è nata un’iniziativa che a prima vista potrebbe sembrare contradditoria.

Marian si è fatto carico di allenare la squadra, ha un passato da pugile professionista in romania ed è molto fiero dei “suoi ragazzi” , che definisce subito ‘guerrieri’ capaci di affrontare l’avversario gurdandolo in faccia, nel pieno rispetto delle regole. Ha cominciato ad allenarsi da solo, in cortile, poi poco per volta alcuni ragazzi si sono uniti a lui, fino a creare un vero e proprio gruppo: “Al contrario delle normali palestre qui non ci sono logiche legate al denaro, qui chi si allena lo fa con un impegno e un cuore che difficilmente si possono trovare in un ambiente agonistico. Voglio anche ringraziare il direttore Buffa, l’ispettore Maurizio D’Angeli, purtroppo mancato recentemente, con i suoi colleghi Lazzara e Vaccarini che hanno reso possibile il progetto e che ci hanno supportato anche quando l’ambiente del carcere, vedendoci con i segni degli incontri, era inizialmente perplesso sul nostro progetto. Questo sport non è violenza come molti pensano, ma è disciplina, determinazione, unione. Qua non ci sono rumeni, marocchini, italiani, ma pugili”. Luciano invece è il preparatore atletico della squadra, è un volontario e allena normalmente squadre sportive fuori dal carcere: “Sono soddisfatto dell’impegno della squadra, un ragazzo ha finito di scontare la pena e tramite una società esterna che ci supporta abbiamo potuto tesserarlo in federazione, è  molto importante per noi, presto organizzeremo anche degli incontri con palestre esterne”. Parliamo anche con Alexandro, Edward, Cosmi ed Emanuele: età diverse, paesi diversi, storie diverse, stazze diverse, unite dalla passione per la box: “Questo è l’unico progetto sul territorio nazionale legato alla boxe all’interno delle carceri, inizialmente è stato in parte osteggiato, era visto con diffidenza perchè considerato violento, invece è proprio l’opposto. Nella squadra si impara l’educazione, il rispetto per l’avversario, c’è la possibilità di scaricarsi e di mettersi in gioco, inoltre, paradossalmente, la vita in carcere con i suoi orari stabiliti, l’alimentazione e l’impossibilità di lasciarsi andare a vari vizi è perfetta per l’attività sportiva!”.

Nei prossimi mesi saremo felici di tenere aggiornati i lettori del blog sulle attività della squadra di Boxe della casa circondariale Lorusso e Cotugno

Comments 3

  1. Sono felice di leggere questo articolo e di sapere che ci si crede ancora nella possibilità di far rinascere e rivivere l’anima dei carcerati…è molto più semplice pensare che siano problemi che non ci riguardano da vicino..ma in ognuno di loro c’è un pezzettino di noi..è bene sempre tenerlo a mente.

  2. E’ con immenso piacere che leggo questo articolo sopratutto perche ne conosco uno e gli mando tanti saluti ovviamente finalmente fanno qualcosa ke puo piacere e stata una bella iniziativa magari qualcuno quando uscira’ potra fare anche cariera lo spero x loro e ne sarei felice in gamba ragazzi sopratutto uno nn mollate mai.un saluto da fabri

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