Nel corso dei secoli, attraverso testi o documentazioni varie, abbiamo potuto constatare che l’essere umano ha dato prova di innumerevoli sacrifici per conquistare o mantenere uno dei più grandi valori, quello della libertà.
Personalmente il concetto di libertà è molto soggettivo sotto certi aspetti. Purtroppo, nei giorni nostri, questo “stato” viene sotto certi aspetti deturpato dal consumismo. Praticamente il messaggio è quello di dover comprare questa o quell’altra cosa per poter essere una persona felice. Di conseguenza chi non può sopperire a certi livelli di consumo viene in un certo senso emarginato da tutto il resto delle massa.
Purtroppo ad oggi, giornali e televisioni, per rientrare dagli innumerevoli costi, bombardano giornalmente le persone di messaggi che inducono a comprare questo più che quel prodotto, facendo credere che la libertà stia nel poter scegliere su una moltitudine di oggetti più o meno importanti.
La domanda è: quanto siamo veramente liberi mentalmente di poter scegliere, non su varie marche di prodotti che ci propinano, ma sulla effettiva utilità?
Il fatto di sentirci emarginati se non sentiamo o compriamo una determinata cosa, credo che sia una forma di libertà perduta.
In prima analisi mi verrebbe da dire: “basta non comprare, oppure non entrare comunque in queste logiche”. La risposta non è così semplice: ci sono sfilze di professionisti di settore che studiano dalla mattina alla sera il modo di come farti credere che tutto quello che c’è intorno a te non è il frutto di attente indagini di mercato bensì il modo migliore di poter essere liberi, esprimendo questo concetto consumando il più possibile.
E’ chiaro e per fortuna non tutti sono soggiogati da questi continui messaggi che inducono a consumare. Però devo dire che nel cosiddetto “mondo occidentale” le trappole sono sempre in agguato, facendosi perdere delle volte, la piena capacità di libera scelta.