La risposta di Cristian alle quinte della "Bosso Monti" - 1° parte

Cristian risponde alle quinte della “Bosso Monti” – 2° parte

Cristian risponde alle quinte della “Bosso Monti” – 2° parte

Pubblichiamo la seconda parte della lunga risposta che Cristian (potete leggere la prima parte a questo link), detenuto presso la sezione Polo Universitario della Casa Circondariale “Lorusso-Cotugno” di Torino, ha scritto in risposta a diverse domande che i ragazzi delle 5° della IIS “Bosso Monti” hanno preparato nel corso dei laboratori scolastici organizzati da Dentro e Fuori.

Cosa ti manca più del fuori?

Come già sapete, il discorso dell’affettività in carcere è un punto debole in tutta Italia, siamo parecchio indietro rispetto le richieste dell’Unione Europea, è difficile continuare a coltivare i propri legami affettivi avendo 6 misere ore a disposizione di colloqui visivi e 40 minuti di colloqui telefonici al mese, l’amore è come una piantina, perchè cresca sana e forte c’è bisogno di annaffiarla e curarla continuamente. Io ho una figlia più o meno della vostra età, ha 17 anni e anche lei ha scelto il liceo psico-pedagogico come voi e solo Dio sa quanto sta soffrendo per questa situazione, per fortuna è una ragaza forte, determinata e intelligente, crede in me e non vede l’ora, come me, che io esca di qua per riiniziare una nuova vita insieme, lei è l’essenza della mia vita.

Per quale motivo sei detenuto?

Tra di noi ci sono svariate cause che ci hanno portato a commettere i reati, in carcere ci sono i delinquenti e criminali e /o delinquenti abituali, vengono entrambi da situazioni di vita difficile, ma i delinquenti sono quelli che oppressi dalla crisi economiva o dalla miseria commettono un reato per sopravvivere, i criminali invece sono quelli che fanno del crimine una scelta di vita e, decidendo di combattre la fame e la miseria a modo loro. Io appartengo alla sendoda categoria e al contrario di quello che si possa pensare non sono pentito della scelta che ho fatto ma se potessi tornare indietro vi assicuro che non lo rifarei, quanto tempo buttato rinchiuso in 4 mura, non è questo che volevo per me e mia figlia.

Come vivete la vostra permanenza in carcere?

E’ vero il carcere è sofferenza, ma anche quella ti aiuta a crescere, in questo lungo periodo di detenzione sicuramente sono cambiato, a quanto dicono sono un buon atleta e un ottimo giocatore di rugby, mi sono diplomato l’anno scorso e quest’anno mi sono iscritto all’università, lavoro e ho tanti nuovi progetti per il futuro. La mia giornata tipo è organizzata cosi: le mattinate le dedico quasisempre allo studio, tra giugno e luglio ho tre esami da fare, quindi saranno due mesi molto impegnativi, ma sono molto fiducioso a riguardo e sono convinto di superarli senza troppi problemi, volere è potere ragazzi, niente è impossibile nella vita basta solo crederci. I pomeriggi li dedico agli allenamenti di rugby e alla palestra pesi, sapete non è facile mettere d’accordo tante teste in campo, quindi c’è bisogno di molte ore di allenamento per essere una buona squadra, quest’anno il campionato non è andato un granchè bene rispetto agli anni scorsi, d’altronde è proprio questo che ti insegna uno sport come il rugby, è importante cadere ma cosa ancora più importante è come ci si rialza e noi lavoreremo sodo durante gli allenamenti e la preparazione atletica di quest’estate, per fare meglio il prossimo campionato. Le serate invece sono all’insegna del puro rilassamento, mi piace leggere romanzi, ma in questo periodo visto tutti i libri che mi hanno dato da studiare i professori, preferisco o guardarmi un fiulm o giocare un paio di ore al pc, prima di andarmene a dormire. Come vedete le mie giornate sono molto schematizzate ma tutto sommato in confronto ai detenuti che vivono le loro vite nei blocchi, non posso proprio lamentarmi, io vengo da là e so bene quanto sia dura la vita li, spero che anche loro come me trovino un modo per dare di nuovo senso alla loro quotidianità, perchè solo così potranno riiniziare davvero a credere in sè stesi e viver enella speranza di una vita diversa.

Cosa pensi di fare quando uscirai?

Quando uscirò sono tante le cose che dovrò fare, in primis dovrò ricucire e consolidare il rapporto con mia figlia Sara, poi dovrò trovare un lavoro stabile che mi permetta di avere una vita dignitosa e per ultimo ma non per importanza dovrò trovarmi una compagna che divida le gioie e i dolori con me visto che la buona anima di mia moglie Luisa è passata a miglior vita 5 anni fa, per un tumore, che riposi in pace.

Adesso ragazzi vi saluto, avrei ancora un’infinità di cose da dirvi ma i miei impegni quotidiani incombono, mi ha fatto davvero pacere conoscervi, spero di avervi chiarito dubbi e curiosità con questo mio breve ma leale e sincero scritto, vi auguro una buona vita e uno splendido futuro

Cristian


 

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