Filippo racconta la sua esperienza di reinserimento

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Mi è stato chiesto di parlare del reinserimento all’interno della società, una volta usciti dal carcere. Non è un argomento facile da affrontare senza cadere nel “vittimismo”, specialmente se si parla in prima persona, perciò eviterò di farlo e cercherò di scrivere pensieri personali e raccontati. Il reinserimento sicuramente non è facile una volta fuoriusciti dal carcere per chi dietro di sé ha una famiglia, ma ancor più difficile se non si ha nessuno.  Dovrebbero esserci dei punti d’appoggio per i detenuti anzi ex, tipo associazione sociale sportello carcere per l’iscrizione nell’ambito lavorativo e altri addetti ai lavori che non ho idea di cosa servano e dove siano soprattutto, perché la vera problematica è che prima che si affronti l’uscita dal carcere non c’è niente di scritto e nessuno che ti dica presentati lì e fai questo e quest’altro. Non voglio essere frainteso…  non sono la persona che pretende nulla, visto che sono colpevole, che tutto quello che mi tocca affrontare all’interno del carcere me lo sono andato a cercare, ma mi fa rabbia sentir dire che c’è un reinserimento  che sulla carta esiste, ma metterlo in pratica non è così semplice anche per gli addetti ai lavori, ci sono difficoltà burocratiche e la mancanza di entusiasmo che taluni hanno;  sicuramente la seconda subentra dopo svariati anni di lavoro, però non posso accettarla come spiegazione perché nel piccolo della mia intelligenza capisco che quando si da un’occasione a qualcuno questo qualcuno possa deludere ma con questo non possono non dare occasioni agli altri. E poi i criteri usati?! Ecco sentirete rispondere il comportamento individuale con gli altri reclusi o con gli addetti alla sicurezza (e qui ce ne sarebbe da dire!) se si è nei termini, scusate forse sto fuoriuscendo dall’argomento ma stavo dando per certo che i benefici di legge (art 21, semilibertà e affidamento al servizio sociale, U.E.P.E.) servissero per aiutare nel percorso di reinserimento! Così dovrebbe essere ma ne usufruiscono una percentuale così bassa, che non fa testo!

Sapete cosa sarebbe utile? Dare opportunità lavorative all’interno del carcere e che sopratutto non finiscano con il termine della condanna, ma continuano all’esterno, forse molti , me compreso avremmo sfruttato le occasioni inesistenti molto meglio.

Filippo

 

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