Josué, detenuto presso il polo universitario della casa circondariale di Torino, racconta le sue difficoltà di reinserimento

Josué e la sua esperienza di reinserimento

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Secondo il dizionario di lingua italiana il “Reinserimento” è il termine che indica il processo di reintroduzione nella vita sociale di individui che per diversi motivi (penali, medici, ecc.) sono stati rinchiusi per periodi più o meno lunghi in riformatori, carceri, ospedali psichiatrici, comunità ecc. Il reinserimento, che può essere più o meno lungo e difficile, viene effettuato con l’ausilio di personale specializzato (medici, psicologi, assistenti sociali, educatori), il cui ruolo è quello di sostenere il soggetto nel passaggio da una vita istituzionalizzata e controllata a una autonoma e responsabilizzata, favorendone la ricostruzione delle relazioni sociali.

Io sono detenuto nel carcere da 9 anni, questa è la mia prima volta e avrei voluto avere la possibilità di essere reinserito nella società, ma il mio educatore mi dice che non avrò quella possibilità, per motivi con i quali non sono del tutto d’accordo, dal momento che una possibilità la meritano tutte le persone.

Avrei voluto poter essere seguito con un reinserimento graduale e seguito dai volontari, visto che non conosco la città e nessuna persona. Mi piacerebbe poter iniziare a vivere in spazi più aperti, camminare in linea retta e non dovere girare come un criceto come devo fare adesso, relazionarmi con persone diverse da quelle che incontro (sempre le stesse), poter visitare la città e i posti più interessanti che offre. Dopo un po’ di tempo trovare un’attività lavorativa che mi permetta di vivere degnamente, e cercare di trovare un sentimento che mi manca da tanto, come l’affetto della mia famiglia.

Credo che questo sia il sogno di ogni persona che s’incontra ristretta in un luogo da molto tempo, credo che con l’aiuto di personale qualificato come assistenti sociali, volontari, e con l’appoggio delle istituzioni pubbliche e private che possono dare nuove possibilità alle persone in queste circostanze, si abbasserà la recidiva dei detenuti, anche se questi sono stranieri. Questo perché credo che la legge debba essere uguale per tutti, il problema è che non siamo tutti uguali per la legge.

La mancanza di personale, di risorse soprattutto economiche, e anche la mancanza di professionalità di alcuni addetti che lavorano dentro e fuori gli istituti, fa sì che questo reinserimento avvenga raramente e con conseguenze non sempre delle migliori, perché se la persona viene lasciata sola è molto più facile che ricada negli errori per il bisogno di sopravvivere e gravando sulla società civile: questo crea un ulteriore distacco fra le persone ristrette e la società.

Josué

Comments 1

  1. Non perdere mai la speranza è quanto tu possa valere.
    Nel lungo tragitto della tua vita hai incontrato persone che ti hanno messo bastoni fra le ruote come gli educatori che hai citato sopra, ma magari arriverà quel giorno sorprendente che qualcuno crederà che tu possa essere reinserito nel modo migliore è cavartela alla grande!!!

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