I detenuti del polo universitario del carcere di torino raccontano le loro prime esperienze di viaggio

“Ricordo il mio primo viaggio”: i detenuti del Polo si raccontano

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Ricordo il mio primo viaggio…

Ho quasi quarant’anni e non è ancora finito.

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È stato attraversare il mare con il gommone dall’Albania all’Italia. È durato un’ora e trenta minuti alla ricerca di un futuro migliore.

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Quello che vivo ogni giorno.

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Da ragazzino, in Svizzera, con la mia famiglia al completo. Unico vero bel ricordo prima che la stessa si separasse.

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Vi parlerò del mio primo viaggio da padre. Era la prima volta dopo quasi quattro anni che rivedevo mia figlia fuori dal carcere. Siamo andati per la prima volta in una piscina all’aperto non lontano da casa. Chiaramente la giornata è stata molto intensa, piena di emozioni che non avevo mai provato, e nonostante la distanza non lontana, ho avuto l’impressione che avessi viaggiato per mesi.

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Posso dire che il mio primo vero viaggio mi portò a Londra. A quel tempo mi sembrò di arrivare in un altro continente, forse un altro mondo. Erano gli anni ’60 e si respirava un profumo di libertà da noi sconosciuto. Oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, sono sempre più convinto che dove sventola la “Union Jack” si respiri il senso di libertà.

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Due scapestrati sul primo treno, la valigia fatta di fretta e un po’ di soldi nella sacchetta.

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Il mio primo viaggio all’età di 15 anni per andare a Cava dei Tirreni per vedere il mio primo concerto, quello di Vasco Rossi.

 

Gli studenti del Polo Universitario

Comments 3

  1. I miei viaggi del cuore erano quelli con mio papà. Si partiva in macchina dalla Svizzera e si andava giù, in sud Italia. Panini e the alla pesca, grissini, lo yogurt, chili di cioccolata nel bagagliaio da sparpagliare ai parenti.
    La solita musicassetta Hit Italia, con Mina, Celentano e non so chi altro. Cantavamo. Io dormivo molto, lui guidava moltissimo, per forza. Parlavamo. Era bellissimo.

    Grazie per questo bel ricordo.

  2. Ho faticato a ricordare il mio primo viaggio… Ma ci sono riuscita… Si che me lo ricordo, forse il primo ma anche l’ultimo con le mie nonne, eravamo tutti insieme mamma papà mio fratello e le mie due nonne. Non andavano troppo d’accordo… mondi diversi ma molto simili, due donne guerriere… combattenti. Ricordo il villaggio in cui eravamo, non ricordo bene il posto, forse la Puglia, o la Sicilia, o bo forse era solo baia Domizia… Sincero non importa lo ricordo come un viaggio divertentissimo, papà ci cantava le canzoni di quando faceva il militare… Ci piaceva e le cantavamo con lui, Solo con il tempo io e mio fratello abbiamo capito che le divise non facessero per noi… Poi era un battibecco continuo, ci chiamavano la famiglia Brambilla in vacanza ci facevamo riconoscere ovunque… Urla e litigi, una sceneggiata infinita sempre condita da tanti sorrisi perché alla fine eravamo tutti complici anche nelle differenze, con papà che si agitava per il caldo e la nonna che in pieno agosto non voleva aprire il finestrino perché si scompigliava i capelli, e l’altra nonna che quando io e mio fratello litigavamo diceva sempre: nun m facit incazzà ca m facc brutt brutt!!! E quella santa donna di mia madre muta era!!! Bello!!! é importante sforzarsi a ricordare le cose belle, a volte in questo mondo questi ricordi vanno troppo in profondità e si rischia di dimenticarli… Vorrei che tanti altri possano avere questi ricordi…

  3. Penso che non esista un “primo” ed “Ultimo” viaggio.
    Penso che un viaggio stesso sia la vita, il proprio percorso, la ricerca della propria essenza.
    Il mio primo viaggio è stato il 18 ottobre del 1998, data della mia nascita.
    Il mio ultimo viaggio immagino che non ci sarà mai.
    Viaggio quando affronto nuove esperienze, viaggio quando sbaglio, viaggio quando conosco nuove persone…
    Si viaggia ogni giorno della propria esistenza!

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