Pargola, è la mano che tendesti
nel buio della muta sera
dal grido che mandasti
di un angolo che si dispera.
Mio fiore del deserto
percosso dalla vita
da un padre che di certo
esiste da eremita.
Ma l’araba fenice col canto suo ha parlato
e tutto intorno a te, diventa prati in fior
ti cullo tra le braccia di un dondolio amato
nell’infinito immenso, mio piccolo grande amor.
Michele