Dopo diversi anni, finalmente il carcere riapre le porte!
L’ultimo contatto che abbiamo avuto con le persone recluse è precedente alla pandemia: li abbiamo seguiti telefonicamente, alcuni sono stati trasferiti, altri hanno terminato la propria pena e altri ancora purtroppo li abbiamo persi… In pochi sono rimasti nelle sezioni in cui siamo soliti lavorare: la Prometeo non esiste più e il Polo Universitario è ricco di nuovi studenti.
È il momento di ricominciare tutto da zero.
Dopo innumerevoli e-mail, riunioni con nuovi volontari, idee e progetti, rientriamo in carcere e presentiamo i nostri nuovi progetti. Siamo felici ed emozionati di ritornare a incontrare questo mondo che sarà diverso da come lo abbiamo lasciato, e curiosi di entrare in contatto con persone nuove.
- In collaborazione con ASF – Architetti senza frontiere, abbiamo proposto all’amministrazione penitenziaria una progettazione partecipata per la riqualificazione degli spazi interni al penitenziario. Abbiamo incontro il capo Area educatori e l’ispettore per un sopralluogo dell’area verde attrezzata destinata ai colloqui con i familiari minori. Abbiamo raccolto le informazioni e i bisogni di una prima parte dell’utenza e stiamo ragionando su come strutturare il progetto e come reperire fondi. A breve organizzeremo un incontro con la popolazione detenuta per capire in quanti vorranno prendere parte ai lavori.
- In collaborazione con il laboratorio Pauta, abbiamo proposto un laboratorio di ceramica, che è stato favorevolmente accolto dall’amministrazione. L’obiettivo è riconnettersi con la propria parte infantile, con quel mondo che l’età adulta ha dovuto silenziare. Incentivare la creatività e la fantasia è di per se stesso uno strumento terapeutico. In base alla scelta dei soggetti che si vuol rappresentare, è possibile ricevere informazioni sui singoli vissuti ed elaborarli in gruppo. Questo è affiancato all’apprendimento delle tecniche base della lavorazione dell’argilla e alla possibilità, con il tempo, di diventare degli esperti ceramisti e sviluppare delle competenze professionali spendibili al termine della propria carcerazione. Siamo in attesa di un incontro per presentare il progetto.
- In collaborazione con l’associazione Anomalia Teatro abbiamo proposto un progetto perché riteniamo che il teatro sia un potente mezzo di esplorazione di sé e degli altri, educa all’ascolto e alla relazionalità. In gruppo si sperimenta la fiducia, l’orizzontalità e l’accoglienza dell’altro, diverso da me, e dei mille sé che ci abitano. Il teatro stimola la creatività, risveglia la fantasia e la capacità di lasciarsi andare, di far fluire verso l’esterno le emozioni e i vissuti che spesso la nostra razionalità costringe nelle gabbie corporee. Seppur approvato attendiamo di fare conoscenza delle persone interessate e dei fondi che ci permetteranno di lavorare.
Le nostre novità non finiscono qui: altre attività sono in corso di definizione e ci auguriamo di potervi aggiornare il prima possibile. Non mancheremo di scrivervi qui e sui nostri account social.